AVERSA. Premesso che concordiamo con l’assessore all’ambiente che non è il caso dare il via a polemiche, ma sulla vicenda della minidiscarica presente in un terreno dinanzi alla scuola ‘Siani’ bisogna fare chiarezza anche da parte di chi ha segnalato il problema.
Innanzitutto, perché l’assessore sa bene che chi scrive è sempre pronto a battersi per evidenziare ogni sorta di problematica capace di incidere sulla vivibilità di chiunque, naturalmente verificando i fatti prima di scrivere. Poi perché nel video non si fa mai menzione all’assessorato all’ambiente, non si scarica su tale assessorato alcun tipo di responsabilità, né si colpevolizza alcuno ma si afferma che lo spazio indicato è uno standard comunale. Un errore? Quell’area è delle Ferrovie? Bene, ne faccio pubblica ammenda anche se, per dovere di cronaca, ricordo che su questo network il 20 dicembre 2008 (ben tre anni fa) fu pubblicato un articolo riportante la ‘denuncia’ di Antimo Menditto, all’epoca vicepresidente di Azione Giovani, che segnalava lo stato di degrado di quella stessa area. Ricordando che in passato l’area era stata arredata con panchine, aveva ospitato giostrine e successivamente era stata chiusa per impedire che diventasse regno di tossicodipendenti.
Tutto questo lasciava pensare, sia allora sia oggi, ma evidentemente in modo errato, che l’area fosse uno standard comunale, esattamente come ci era stato riferito dalle mamme. Uno standard che andava bonificato. Cosa che va fatta comunque, anche se la proprietà non è comunale ma di Rete Ferroviaria Italiana, magari operando in danno, se la proprietà non interviene. Perché la pericolosità c’è e non solo per i bambini. Basta soffermarsi un pochino nei pressi dell’area per rendersi conto che da quelle erbacce esce di tutto, da semplici scarafaggi, a topi e toponi che come ben sanno le mamme sono fonte di malattie. Certo, per creare problemi ai bambini scarafaggi, topi e toponi devono attraversare la strada ma i topi nel plesso Siani, ci riferiamo in particolare alla vicina scuola dell’infanzia, ci sono arrivati lasciando evidenti depositi, come mamme e maestre ricordano bene e chissà che non ce ne siano ancora.
