Container nel Parco Pozzi, si accende la polemica

di Antonio Arduino

 AVERSA. Si accende la polemica nata nel corso della seduta consiliare di giovedì sul container presente in un’area del Parco Pozzi, concesso in uso gratuito ad un gruppetto di anziani riuniti in “Circolo socio culturale San Pio” …

…– come si autodefiniscono – del quale la Commissione Ambiente, Ecologia e Servizi al cittadino, presieduta dal consigliere Emilio Scalzone, aveva chiesto la rimozione attraverso una mozione indirizzata al primo cittadino. “Sia perchè – scrivevano i componenti della commissione, vale a dire Francesca Marrandino, Mario Abate, Raffaele Pellegrino e Rosario Capasso, firmatari della stessa – i container sono indicativi di uno stato di precarietà e di approssimazione, sia perché determinano una situazione di inidoneità e pericolosità anche sotto l’aspetto sanitario”.

La risposta arrivata in Consiglio non chiarisce la questione ma la complica. Perché il container resta al suo posto ma non può essere usato anche se ne è stato attivato l’impianto elettrico. “E’ un dato – dice Scalzone – che ho verificato passando in orario pomeridiano per via Andreozzi ed ho comunicato in sede di consiglio perché si chiarisca se e chi ha effettuato l’attacco dal momento che, stando a quanto asserito dal dirigente del settore, il container è solo appoggiato, non è stato ancora ufficialmente installato e di conseguenza non è utilizzabile”. “A mio parere – aggiunge il consigliere di maggioranza, che è medico di professione – al momento non esistono le condizioni igienico-sanitarie che ne consentono l’uso”.

“Del resto – aggiunge – a Consiglio chiuso il primo cittadino mi ha assicurato che darà disposizione perché sia valutata l’esistenza delle condizioni igienico-sanitarie necessarie ad autorizzarne l’uso, interessando anche il personale tecnico dell’Azienda sanitaria locale”. “Ma, – continua Scalzone – al di là della autorizzazioni e del rispetto delle norme che ne consentono l’uso, sarebbe opportuno ricordare che, nell’ambito del progetto di ristrutturazione e riqualificazione del parco, in quell’area è stato previsto un orto botanico che obbligherà comunque l’Amministrazione a sloggiare gli anziani”. “Senza contare – continua – che non si può consentire che una parte di un parco pubblico venga utilizzata da privati come fosse proprietà personale e non della comunità”.

“Sarebbe il caso di capire – conclude Scalzone – chi, quando e se è stata autorizzata la presenza stabile degli anziani ai quali è giusto dare una struttura decorosa perché realizzino il circolo che desiderano e non collocarli in un container poco dignitoso”.

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