AVERSA. Il sindaco anziché gigioneggiare alla sua maniera dovrebbe rispondere nel merito delle questioni.
Lo afferma il segretario cittadino del Pd, Mariano DAmore, nellambito della polemica con il sindaco Domenico Ciaramella sui canoni idrici. Primo, spiega DAmore il sindaco continua a dichiarare che il comune vanta crediti non riscossi nei confronti dei cittadini per circa 23 milioni di euro. È un dato gravissimo per le finanze del Comune e per la gestione del servizio, perché è solo dalla riscossione delle bollette che possono e devono venire le risorse per pagare i costi del servizio idrico. Informiamo il sindaco che questo è un principio inderogabile di sana amministrazione.
Secondo, continua il coordinatore piddino il sindaco afferma che la maggior parte di questi ventitré milioni di euro deriverebbe addirittura da amministrazioni precedenti alla sua. Considerato che Ciaramella amministra da dieci anni, egli dovrebbe spiegare quali azioni ha posto in essere per riscuotere quei crediti ed evitare che essi finissero in prescrizione. In caso dinerzia dellamministrazione, quei crediti sarebbero oggi non più esigibili dal Comune e vi sarebbero, quindi, gravi responsabilità per danno erariale a carico del sindaco e di chi ha amministrato con lui. Terzo, non si capisce bene quale sia il collegamento diretto tra mancata riscossione dei canoni dai cittadini ed esternalizzazione dellintero servizio idrico, che sembrerebbe essere lintendimento del sindaco, stando alle sue dichiarazioni.
La verità incalza DAmore è che, in questi dieci anni, le amministrazioni Ciaramella hanno progressivamente depauperato di risorse lufficio acquedotto del Comune, provocandone di fatto il progressivo smantellamento. A pensar male, si potrebbe supporre che si siano volute preordinare le condizioni per il successivo affidamento allesterno del servizio. Sia chiaro che se questa amministrazione, negli ultimi mesi di vita, volesse procedere con un colpo di mano allaffidamento ai privati del servizio idrico, il Pd si opporrebbe con tutte i mezzi consentiti, nelle sedi istituzionali e mobilitando i cittadini.
Se il sindaco vuole fare cose serie, conclude DAmore potenzi immediatamente il personale dellufficio acquedotto comunale e costituisca un gruppo di lavoro ad hoc per la riscossione dei canoni arretrati. Il resto sono solo numeri da avanspettacolo.