Le opposizioni: “Berlusconi lasci”. Ma il premier non molla

di Redazione

Di Pietro e BersaniROMA. Di un “premier a tempo perso” l’Italia non ha bisogno, specie in questo momento, per questo Berlusconi deve salire al Quirinale a dimettersi.

E’ questa la richiesta avanzata da tutte le opposizioni dopo la pubblicazione delle nuove intercettazioni nella quali Silvio Berlusconi si definisce, appunto, presidente del Consiglio a “a tempo perso” per i suoi impegni notturni.

Il fuoco di fila parte dal Pd, che invita Berlusconi a recarsi al Quirinale e a rassegnare le dimissioni. “C’è una sola ragione comprensibile per cui non dovrebbe dimettersi?”, chiede Pier Luigi Bersani. “Da cittadini – sottolinea il leader del Pd – abbiamo il diritto di chiedere un governo che svolga il suo compito con disciplina e onore e non è il nostro caso. E’ ora di staccare la spina”. D’altronde, insiste il segretario dei democratici , c’è Chi “inizia flebilmente a dire ciò che dicono tutti i giornali del mondo, e cioè che questo governo è un danno per il Paese, inizia a dirlo timidamente anche qualcuno che non è all’opposizione”. L’auspicio di Bersani è che nella maggioranza “qualcuno cominci a ragionare”.

Un “gesto di generosità” da parte di Berlusconi “nei confronti degli italiani” lo chiede anche il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, in modo da favorire la nascita di un “governo di responsabilità nazionale”. Ironico il commento di Pierferdinando Casini sulle frasi del Cavaliere: “Chi deve governare ha altre preoccupazioni. C’è un presidente del Consiglio che non ha più voglia di governare, è un motivo sufficiente perché vada a casa”.

Tranchant anche il giudizio di Gianfranco Fini: “Gli italiani hanno capito che così non si può andare avanti, anche tanti che hanno votato per il centrodestra”. Il leader di Fli ha auspicato che “nell’ambito della maggioranza finiscano col prevalere il buon senso e la decisione di dare vita a un altro governo che abbia maggiore credibilità internazionale”, il che presuppone “un altro presidente del consiglio”. Un altro deputato di Fli, Nino Lo Presti, lancia un appello alle “persone per bene del Pdl” affinché “abbiano coraggio” e mollino il governo Berlusconi: “che ha trascinato il paese nel fango e nel ridicolo”.

A Bossi si rivolgono Antonio Di Pietro e Nichi Vendola. Di Pietro gli chiede di “staccare la spina” se vuole essere “coerente” con le parole di venerdì, quando ha affermato che “l’Italia va a picco”. Se non lo farà, la Lega diverrà “complice”. Il leader dell’Idv crede comunque che sul voto sull’autorizzazione all’arresto di Marco Milanese “la maggioranza potrebbe scoppiare”. “L’auspicio è che abbia ragione Bossi nel ritenere che si stia esaurendo il tempo del governo Berlusconi” ha detto Vendola. “Lo smottamento del centrodestra è evidente” ha detto il leader di Sel, il quale spera “che quanto prima si possa chiudere questa pagina schifosa, che si possa dare all’Italia una traccia di speranza”. E il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, auspica un immediato ricorso alle urne.

Critiche al governo arrivano non solo dalle opposizioni ma anche da chi in passato non è stato pregiudizialmente ostile. Il quotidiano dei vescovi “Avvenire” fa una preciso appunto a Berlusconi, e cioè quello di essere mancato “sul piano del buon governo”. E anche il leader della Cisl Raffaele Bonanni, è stato netto:”Il Paese è stanco di un Governo litigioso, questa situazione è insostenibile. La gente è in agitazione e palesa un dissenso evidente, chi non se ne rende conto è davvero miope”.

“Certo che vado avanti”, ha ribadito invece Berlusconi sabato sera, ai tanti che, durante la festa per il matrimonio della nipote Luna, gli si sono avvicinati per dirgli di non mollare e tener duro. I partecipanti hanno descritto un Berlusconi “sereno, tranquillo”. Chiuso ad Arcore con i suoi avvocati, il premier affronta l’ennesimo week end di passione alla vigilia di una settimana carica di tensioni.

La preoccupazione, sempre più diffusa nella maggioranza, è che nel giro di pochi giorni sui quotidiani finiscano anche quelle conversazioni, ora coperte da omissis, che rischierebbero di creare imbarazzo a livello internazionale. Una situazione complicata per il Cavaliere a pochi giorni dal voto di Montecitorio sulla richiesta di arresto di Marco Milanese, deputato del Pdl ed ex collaboratore di Giulio Tremonti. Un appuntamento rischioso visti i mal di pancia di una parte della Lega Nord.

Ai pochi fedelissimi Berlusconi non ha nascosto la rabbia per quello che il Cavaliere bolla come l’ennesimo complotto con cui una parte di magistratura cerca di farlo fuori dalla vita politica. Il Cavaliere si sarebbe detto addirittura nauseato per doversi difendere da, come dice lui, accuse infondate: non ho fatto nulla di male – sarebbe il succo del ragionamento – e non ho mai offeso nessuno. Sono ormai 17 anni che tentano di abbattermi in tutti i modi. Ho la maggioranza – avrebbe ripetuto il capo del governo – sono stato scelto democraticamente dagli elettori. Un messaggio, quello di Berlusconi, rivolto all’opposizione, ma anche a quanti all’interno della maggioranza vedrebbero di buon occhio un suo passo indietro. La strategia dunque è quella di controbattere punto per punto alle accuse.

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