Bossi: “Un referendum per la Padania”

di Redazione

Umberto BossiVENEZIA.“Adesso basta. Il popolo non può vivere schiavo del centralismo, abbiamo diritto alla nostra libertà, e abbiamo la forza per ottenerla se fosse necessario. L’importante è che ci siano milioni di persone pronte a combattere, fate bene i conti. La faremo finita con questi ladrocini imperanti e vogliono anche avere ragione”.

Così Umberto Bossi, leader della Lega, alla festa dei Popoli padani, tornando a parlare di secessione. Prima della secessione con l’esercito padano il leader della Lega ha tuttavia evocato la “via democratica, forse anche attraverso un referendum, perchè un popolo importante e lavoratore come il nostro non può continuare a mantenere l’Italia”. “Abbiamo salvato noi della Lega le pensioni, se non c’eravamo noi non so come finiva. Ma l’abbiamo spuntata” ha aggiunto poi Bossi. “Dicono che io mostro il dito – ha proseguito – sì! Io mostro il dito perchè so che cosa vuol dire aver lavorato una vita e non essere sicuri di avere la pensione”. “Eravamo in pochi – ha aggiunto – ma la vecchia Lega ce l’ha fatta, Abbiamo fatto resistenza e alla fine abbiamo convinto Berlusconi e Tremonti”. “Sono contento – ha detto Bossi – la battaglia sulle pensioni l’abbiamo fatta per voi, l’abbiamo fatta per i vecchietti, come quello che in un supermercato di Milano era stato beccato a rubare una bistecca perchè era senza soldi”. Infine, parla di un possibile referendum per la Padania: “Bisogna trovare una via democratica forse referendaria perchè un popolo importante e lavoratore come il nostro, non può essere costretto a continuare a mantenere l’Italia”.

CALDEROLI.“Il nostro è un governo politico gli altri sono degli inciuci” aveva detto in precedenza il ministro della Semplificazione, il leghista Roberto Calderoli. “La maggioranza è quella del Parlamento – ha proseguito Calderoli – il nostro obiettivo è mantenere la coalizione fino alla fine. Bossi in pensione? Per Calderoli non se ne parla proprio. Rispondendo ai cronisti, a margine della festa dei popoli padani, che gli chiedevano alla vigilia del compleanno del senatur se fosse ora per il leader del Carroccio di andare in pensione, Calderoli ha replicato: “Probabilmente in pensione dovrebbe andarci lei”. Calderoli poi ha difeso l’unità del partito, spiegando che quelle sui divisioni interne sono voci messe in giro dai giornalisti.

Nel comizio successivo Calderoli ha tuonato: “Vorrei anche tirare le orecchie a qualcuno che dice: “Bisogna far di qui, bisogna far di lì “, e poi gli danno spazio sui giornali perchè parla fuori dal coro. No ai fratelli coltelli come fa qualcuno. Se non c’era Bossi, non c’era la Lega. Se c’è da presentarsi vengono e dico: “io rappresento la Lega” e poi dopo dicono: “io rappresento l’istituzione”. E no, polvere sei e polvere ritornerai. Io, Maroni, e gli altri di noi non saremmo un cazzo senza Bossi. Ricordo ai più realisti del re che senza Bossi non sarebbe niente”. “Se c’è la volontà di cambiare la legge elettorale è meglio farlo in Parlamento e non con il taglia incolla delle proposte del referendum. Per me ha più senso cambiare la Costituzione” ha poi aggiunto Calderoli.

MARONI.Il governo, dal punto di vista leghista, andrà avanti finchè lo dirà Bossi, anche in situazione difficile ha spiegato dal palco di Venezia anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni. “Andare avanti è difficile”, ha ammesso, aggiungendo però che per il Carroccio “il governo non è un mezzo ma un fine per combattere la nostra battaglia sul federalismo e ci saremo fino a quando ce lo dirà Umberto Bossi”.

ALFANO DIFENDE IL GOVERNO. Se dalla sponda leghista si vagheggia la Padania e la secessione se il governo dovesse cadere, dall’altra parte anche il Pdl fa muro contro gli attacchi al premier e all’esecutivo: “Non vogliono solo fare cadere Berlusconi, vogliono cancellare la nostra storia e la nostra presenza politica. Per far sì che il governo possa tornare a chi non ha mai avuto il consenso. Voi come militanti del Pdl dobbiamo dire che difenderemo Berlusconi, il governo e la nostra storia di 18 anni” ha detto a Cortina il segretario del Pdl Angelino Alfano. “In queste anni, ma soprattutto in questo scorcio di legislatura, abbiamo assistito a un’aggressione contro il governo e Berlusconi senza precedenti. Berlusconi non ha alcuna voglia di dimettersi”, ha aggiunto il parlamentare Pdl. Alfano ha poi spiegato: “L’unica alleanza che può dare stabilità al Paese è quella tra Berlusconi e Bossi”.

MILANESE. Ma le preoccupazione non sono finite. La prossima settimana alla Camera si vota la richiesta di arresto di Marco Milanese, ex braccio destro di Tremonti.Martedì la Lega si riunirà alla Camera per decidere che fare e se lasciare libertà di coscienza. Il caso potrebbe mettere in serie difficoltà l’esecutivo e, secondo qualche voce interna al partito, rendere insanabili le frizioni tra ‘maroniani’ e ‘cerchisti’. Ma in merito al caso Bossi preferisce lavare i panni sporchi in famiglia, sia che si tratti di partito che di governo. E dal palco si rivolge soltanto ai militanti, deludendo le attese di chi osserva con apprensione il Carroccio per capire quale sarà il futuro della legislatura. Bossi torna ad agitare il vessillo della secessione, ma non sembra avere la determinazione di un tempo. Come detto sul Monviso, “bisogna andare incontro alla storia”. Perciò ipotizza di ricorrere alla via referendaria e avvisa: “Fate bene i conti, ci sono milioni di persone pronte a lottare per la propria libertà”. “I popoli hanno diritto alla propria libertà – prosegue – Abbiamo diritto alla nostra libertà e se fosse necessario abbiamo la forza per ottenerla”.

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