Bersani: “Governo irresponsabile”. Casini invoca unità nazionale

di Redazione

Bersani e CasiniROMA.Opposizione all’attacco contro la manovra. “Se si considerano la delega assistenziale, il taglio alle detrazioni fiscali, il taglio ai servizi locali e l’Iva, si può vedere come stiano facendo cascare tutta la manovra addosso ai ceti popolari, i ceti medi, i servizi e il potere d’acquisto dei cittadini”.

Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, parlando con i cronisti in Transatlantico a Montecitorio. “È da irresponsabili andare avanti su una manovra che non può essere sopportata nei prossimi due anni”, aggiunge Bersani. “Alla Camera siamo pronti a discutere – sottolinea il segretario del Pd – Facciamo lì proposte alternative che siano meno recessive e che chiedano, senza danno, a chi può dare un contributo”.

“Siamo sull’orlo del baratro, serve uno sforzo nazionale”. È l’allarme lanciato dal leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, in una intervista al Messaggero in cui boccia le ultime modifiche alla manovra. Secondo Casini, Berlusconi “dovrebbe evitare questo balletto di vertici e controvertici che sono tra il drammatico e il ridicolo” e presentarsi in Parlamento “senza rete”. Per quanto riguarda le ultime modifiche, poi, si tratta di “decisioni che dovevano essere adottate già prima dell’estate” e dimostrano “che ancora una volta sul tema della riforma previdenziale si è abdicato ai diktat della Lega”.

“Il governo Berlusconi è la causa della mancanza di credibilità del nostro Paese nei mercati internazionali”. Lo ha detto Antonio Di Pietro intervenendo in diretta a Radioanch’io di Radiouno. “Rifare la manovra per la quarta volta – ha aggiunto il leader del’Idv – non ci aiuta a guadagnare la fiducia internazionale. Il vero problema politico è l’uso personalistico che Berlusconi fa delle istituzioni. Ogni giorno che lui sta lì è un giorno perso per il Paese”.

“I costi e gli sprechi della politica andavano eliminati in maniera molto determinata. Di tutti questi tagli non c’è niente, neppure quello delle Province”, afferma poi Di Pietro, che aggiunge: “Magari avessimo da votare l’abolizione delle Province. Non è così. Oggi hanno solo detto che faranno un disegno di legge costituzionale. Quando arriverà in Parlamento, andrà in Commissione, affinché si studi cosa fare: se potessimo campare per tutti gli anni che serviranno per fare questa modifica costituzionale diventeremmo Matusalemme”.

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