Dissequestrati beni a moglie e figli di Mazzara

di Redazione

Amedeo MazzaraCESA. Dopo la scarcerazione di Amedeo Mazzara e dopo il dissequestro dei beni, il Tribunale del Riesame di Napoli, quale giudice di appello, ha dissequestrato anche i beni della moglie e dei figli di questi.

L’udienza di trattazione si era tenuta lo scorso 2 settembre, ma il giudici partenopei solo ieri hanno reso noto la decisione, depositando anche le motivazioni del provvedimento con il quale ordinano la restituzione dei beni mobili ed immobili sequestrati ai familiari di Mazzara. In questo modo sono state accolte le ragioni difensive sostenute dagli avvocati Enzo Guida e Vincenzo Alesci. Familiari che, in questa vicenda giudiziaria, non sono indagati e che quindi sono terzi interessati.

Il sequestro preventivo venne ordinato contestualmente all’arresto disposto con l’ordinanza di custodia cautelare dello scorso 22 giugno che portò in carcere oltre ad Amedeo Mazzara, anche il fratello Giovanni, la moglie di questi Maria Carmelina Di Giacomo (poi scarcerata sempre dal riesame), Tammaro Scarano e Luigi Errico, questi ultimi due ritenuti fiancheggiatori del clan.

Destinatario della misura cautelare della custodia in carcere anche Nicola Mazzara, altro fratello di Amedeo, già detenuto per altro. Il gip presso il Tribunale di Napoli dispose anche il sequestro dei beni dei familiari, vale a dire case, conti correnti, autovetture, perché ritenuti riconducibile ad Amedeo Mazzara e solo fittiziamente intestati ai congiunti.

Con l’ordinanza di custodia cautelare fu ritenuta sussistenza una associazione camorristica capeggiata dai tre fratelli, Amedeo, Nicola e Giovanni, operante a Cesa. Solo per Amedeo, ritenuto dagli inquirenti il capo storico del gruppo criminale, il riesame annullò l’ordinanza di custodia cautelare, ritenendo che non vi fossero i gravi indizi di colpevolezza per il reato associativo.

Per quanto riguarda, invece, i sequestri dei familiari, Inizialmente il Tribunale del Riesame aveva ritenuto inammissibile il primo ricorso. Per cui la difesa ha dovuto sollecitare una nuova decisione del Tribunale del Riesame arrivata l’altro giorno.

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