Formigoni: “Il federalismo fiscale non esiste più”

di Redazione

Roberto FormigoniMILANO. Gli enti locali “non devono essere preoccupati, non devono avere il terrore” per i tagli della manovra. Il leader della Lega, Umberto Bossi cerca di calmare governatori e sindaci.

“Gli enti locali sono preoccupati dei tagli, ma non è esattamente come sembra. Giovedì sera – garantisce – abbiamo trovato la via per moderare”. Ma il governatore lombardo Roberto Formigoni è furibondo: “Il federalismo fiscale non esiste più. È morto. Siamo alla terza manovra e già quella del 2010 pesava molto sulle Regioni. I tagli previsti nel luglio 2011 pesano per il 50% sulle Regioni quando queste pesano sulla spesa totale solo per il 16%. Quindi gli ulteriori tagli comportano ulteriori pesanti sacrifici per le Regioni”.

“Ma no, ma no. La raccontano male. Sono cattivi”, replica il leader della Lega. MaFormigoni esprime comunque tutto il suo disappunto nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo l’incontro con il Governo che annuncia 6 miliardi di tagli agli enti locali. Poi parla delle proposte fatte: “Abbiamo chiesto conferma dell’impegno del governo al tavolo 31 agosto, che già ci avevano garantito Fazio e Fitto” per “togliere il ticket, compensato da maggiore accisa sui tabacchi”. “La mia proposta – ha proseguito – è che, nel momento in cui anche in Germania si riflette sull’accorpamento di alcuni Lander, credo che anche in Italia si debba ragionare su processo analogo: Regioni più grandi con più poteri”.

Ma non tutti sono d’accordo. L’assessore al Bilancio della Regione Lazio, Stefano Cetica, prende seccamente la parola, subito dopo questa proposta di accorpamento delle Regioni più piccole a quelle più forti economicamente: “Vorrei che fosse chiaro – dice Cetica – che quella di Formigoni è una proposta personale. E che, comunque, il Lazio è contrario”.

“I tagli che ci sono stati comunicati dal Governo attaccano il solo fronte sociale. Per quanto ci riguarda noi sindaci siamo disponibili a mettere ai raggi X le nostre spese, che sono tutte incontenibili” ha detto subito dopo il vicepresidente dell’Anci e sindaco di Roma, Gianni Alemanno. “A questo punto – ha esortato Alemanno – l’Anci deve mobilitarsi, anche se ci auguriamo che il Governo possa apportare le opportune correzioni ai tagli di cui oggi ci ha parlato”. “Oggi, mentre il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, prospettava i tagli alle Regioni e agli Enti locali, ho visto il presidente del Consiglio molto perplesso, per cui credo, anzi auspico, che la partita non sia ancora finita”. Secondo Alemanno “sarà difficile continuare a lavorare con il taglio per il 2011 di 1,7 miliardi di euro e di 1 miliardo per il 2012. Roma dovrebbe mettere in conto una riduzione delle sue risorse per 270 milioni di euro in due anni, visto che pesa per il 10% del totale”.

“Una manovra iniqua e completamente inaccettabile” quella proposta dal governo agli enti locali anche per l’Anci che, con il vicepresidente Graziano Delrio, sottolinea: “Ci siamo seduti a questo tavolo con l’aspettativa di una revisione seria delle manovre precedenti”. Ai comuni “vengono tagliati ulteriori 1,7 miliardi” ha aggiunto Delrio: “Ci aspettavamo di poterci sedere per rivedere il Patto di Stabilità. Siamo di fronte all’ennesima operazione chirurgica. Il ministro Tremonti, come un chirurgo al tavolo operatorio, preleva fegato e intestino al malato, ma non lo guarisce. Che comincino a guardare in casa delle amministrazioni centrali. Ci appelliamo quindi al presidente del Consiglio – ha spiegato – perchè cambi l’impostazione della manovra. Altrimenti, tra sei mesi, saremo ancora qui a parlare dell’ennesima manovrina”. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, secondo cui la manovra è “iniqua e incide sul percorso di federalismo fiscale e non guarda alla ripresa” chiarendo che il giudizio delle Province è “completamente negativo” perché la manovra è “assolutamente depressiva”.

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