Bossi: “L’Italia va giù, facciamo la Padania”

di Redazione

Umberto BossiVICENZA. “Non è per domani ma per dopodomani che arriva la Padania: l’Italia l’hanno capito tutti che va giù e dobbiamo prepararci. Dopo averla fatta entrare nella testa della gente, dobbiamo organizzare la Padania se si vuole che il futuro sia dei migliori”.

A dirlo è stato il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, durante un comizio a Schio, nel vicentino.Nel corso del suo intervento Bossi ha ribadito che “questa che viene”, ossia la crisi, “è una svolta storica, non una cosa da niente, la gente capisce che l’Italia sta finendo, sta finendo male e bisogna prepararsi al dopo, che per noi è la Padania”. Sul palco anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, il segretario nazionale veneto, Gianpaolo Gobbo, e il sottosegretario alla salute, Francesca Martini.

“La Padania vuol dire Nord unito e libero”, è stata la definizione di Bossi, che durante il suo intervento ha anche sostenuto che “il centro-sud munge tutte le risorse del centro-nord, questo è il problema”. Detto questo, ha aggiunto il leader della Lega, il governo si è sforzato di affrontare la crisi economica “perché adesso bisognava salvare il salvabile nella maniera più giusta possibile”. “Nonostante il momento di difficoltà io vedo una grande verità: la fine del centralismo romano e dello statalismo”, ha sostenuto. “Se finisce l’Italia, non finisce il Veneto, la Lombardia. – ha proseguito -I grandi popoli del Nord dovranno avere gli strumenti” per reagire.

“Padania vuol dire Nord funzionalmente unito e libero, vuol dire unire le funzioni, ridurre i costi che tutti gli altri non ridurranno mai e fare le battaglie insieme” ha affermato. “Un’unità funzionale di forza – ha continuato – per sconfiggere i mungitori, i ladri che cercano di andare avanti”. “Non dobbiamo farci trovare impreparati ad una svolta storica che tra poco arriverà”, ha detto, e che “adesso tocchiamo con mano”. “E’ un cambiamento, una svolta storica, non una cosina da niente – ha insistito – la gente capisce sempre di più, che, qui l’Italia va male e che bisogna prepararsi al dopo: il dopo, per noi, è la Padania, i grandi popoli del Nord uniti”.

Il Senatur è quindi entrato nei retroscena della manovra, spiegando che “abbiamo bloccato l’aumento dell’Iva, lo voleva il partito di Berlusconi”.Bossi ha spiegato ai suoi che “se si aumenta l’Iva i commercianti iniziano ad aumentare la roba e dicono che è colpa del governo che ha aumentato le tasse”.

Non è mancato un accenno alla questione delle province, dove Bossi si è dichiarato contrario all’eliminazione di quelle storiche. “Le province – ha detto ai suoi – sono ormai un problema di identità e se vai a tagliarle la gente potrebbe ribellarsi”. Il ministro per le Riforme ha spiegato che la manovra varata dal governo ha cancellato solo le province “piccolissime”. A suo giudizio, “con il taglio delle province non si risparmia niente” perché “i dipendenti non vanno a casa ma vengono riassorbiti”: In Parlamento si son messi in testa che, tagliando le province, si risparmia, ma non è vero”, ha insistito “io ho messo in chiaro subito che non bisogna tagliare le province.

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