Merkel-Sarkozy: “Niente fondi a chi non è in regola coi conti”

di Redazione

Merkel-SarkozyBRUXELLES. Nuova richiesta da Francia e Germania all’Ue: niente fondi europei per chi non è in regola con i conti.

Richiesta contenuta in una lettera comune inviata al presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, che riassume le proposte elaborate mercoledì nell’incontro tra il presidente Nicolas Sarkozy e la cancelliera Angela Merkel. “In futuro – scrivono i leader delle due principali economie europee nella missiva – i pagamenti provenienti dai fondi strutturali e di coesione dovranno essere sospesi nei Paesi della zona euro che non si conformeranno alle raccomandazioni della procedura sui deficit eccessivi”. Un cambiamento nelle regole che, aggiungono, dovrà “essere integrata al nuovo regolamento dei fondi strutturali e di coesione che saranno proposti per il prossimo quadro finanziario pluriannuale”, dato che queste risorse finanziarie fornite dall’Unione “devono puntare al miglioramento della competitività e alla riduzione degli squilibri negli Stati membri a cui sono indirizzate raccomandazioni nel quadro della procedura concernente gli squilibri eccessivi”.

A questo si aggiunge la richiesta che “tutti gli Stati membri della zona euro il cui livello di indebitamento eccede il livello di riferimento” fissato dal Patto di stabilità (rapporto debito/Pil al 60%) presentino “entro la fine del 2011” un “piano di riduzione del loro debito al di sotto del livello”, e precisino “come terranno conto dell’impatto dell’invecchiamento della popolazione sulla sostenibilità del debito a lungo termine”.

Il messaggio franco-tedesco contiene, inoltre, tutte le proposte annunciate ieri nella conferenza stampa conclusiva del vertice a Parigi: la creazione di un “governo” per la zona euro, che tenga “riunioni regolari”; il “rafforzamento della sorveglianza e dell’integrazione delle politiche di bilancio”, sotto forma di un obbligo di includere un vincolo di pareggio nelle 17 Costituzioni nazionali; la “proposta comune di tassa sulle transazioni finanziarie”. Su questo ultimo punto, in particolare, i ministri delle Finanze dei due Paesi hanno annunciato che presenteranno “all’inizio di settembre” una proposta congiunta di messa in atto ai propri omologhi europei. Ribadita inoltre la richiesta a Van Rompuy di assumere, per il primo mandato da due anni e mezzo, l’incarico di presidente del nuovo organismo di governo economico della zona euro.

Nessun accenno, invece, alla questione degli eurobond, le emissioni obbligazionarie comuni dei Paesi dell’area euro, a cui Sarkozy e la Merkel si erano detti decisamente contrari. Un’ipotesi su cui, ha dichiarato da Bruxelles il portavoce della Commissione europea Oliver Bailly, la porta non è ancora del tutto chiusa, anche se “non è una soluzione per i problemi di oggi” sui debiti sovrani. “Abbiamo sempre affermato – ha spiegato – che questa ipotesi è interessante e promettente, e va certamente nella direzione di una futura integrazione economica”.

BORSE.Sui mercati si respira una certa delusione per le misure che sono state annunciate (la tassazione delle transazioni finanziarie) e, soprattutto, per quelle che non sono state prese (gli eurobond). Per tutta la giornata le piazze del Vecchio Continente sembrano andare in territorio negativo e solo la buona apertura di Wall Street dà un po’ di ossigeno ai mercati. A fine giornata Milano chiude molto bene (+1,27) mentre il resto del continente resta più contrastato. In calo dello 0,49% a 5.331,60 punti Londra e Francoforte dove il Dax arretra dello 0,77% a 5.948,94 punti. Positiva invece Parigi con il Cac 40 che chiude a +0,73% 3.254,34 punti. Positive anche Madrid (+0,62%) e Lisbona (+0,84%).

Barroso: “BENE TASSA TRANSAZIONI FINANZIARIE”.Il presidente della commissione Ue, Jose Barroso, e il commissario agli affari economici Ue, Olli Rehn, accolgono con favore la proposta Merkel-Sarkozy sulla tassa per le transazioni finanziarie e giudicano un contributo politico importante il vertice franco-tedesco che ha proposto una nuova governance della zona euro. I vertici Ue ricordano peraltro come sulla tassa, definita “uno strumento chiave per assicurare che il settore finanziario contribuisca in maniera più equa ai conti pubblici”, la Commissione presenterà presto una propria proposta. Secondo Barroso e Rehn inoltre “una moneta comune implica delle responsabilità comuni e richiede un coordinamento più stretto delle politiche economiche”. Il portavoce della Commissione Europea Olivier Bailly ha poi aggiunto che l’emissione di euro bond “non è una soluzione per i problemi di oggi, ma la porta non è chiusa per una futura riconsiderazione”.

TOBIN TAX, NO DELLE BANCHE TEDESCHE.Intanto,i ministri delle Finanze di Francia e Germania, Francois Baroin e Wolfgang Schauble, “faranno all’inizio di settembre ai loro omologhi una proposta di messa in atto della tassa sulle transazioni finanziarie”, secondo quanto riportato da una nota del ministero delle Finanze francese. Ma la cosiddetta “tobin tax” riceve il no delle banche tedesche, del ministro delle Finanze irlandese e anche della Deutsche Börse. Tutti, scrive l’agenzia di stampa Reuters, liquidano la proposta franco-tedesca come inefficace a riportare la stabilità sui mercati finanziari. Reuters scrive che il gestore della borsa di Francoforte Deutsche Börse ha detto della misura che sarebbe incapace di aumentare l’integrità e la sicurezza dei mercati finanziari e che creerebbe solo un incentivo per spostare le transazioni su piattaforme dove la tassa non è applicabile.

“TASSARE TUTTI, NON SOLO ZONA EURO”. Oggetto di discussione anche l’area di applicazione della misura. L’associazione delle banche cooperative tedesche ha detto che una tassa di questo tipo non porterebbe stabilità sui mercati se fosse applicata solo alla zona euro. “Nonostante tutti i legittimi sforzi per la stabilizzazione dei mercati, abbiamo la sensazione che una tassa sulle transazioni limitata alla zona euro non sarebbe efficace”, ha fatto sapere l’associazione bancaria.Il ministro delle Finanze irlandese Michael Noonan insiste affinché una tassa sulle transazioni finanziarie nel caso venga applicata a tutti e 27 i membri dell’Unione Europea e non solo ai 17 della zona euro.

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