Spari contro bus privato: due feriti a Casal di Principe

di Antonio Taglialatela

 l'autobus fermo in Via VaticaleCASERTA. Agguato all’ingresso di Casal di Principe, nel casertano. Due sicari, in sella ad una moto, hanno esploso diversi colpi d’arma da fuoco contro un autobus della “C.T. travel”,società di trasporti privata di Villa di Briano.

Feriti il conducente, Marco Caterino,41 anni, titolare delladitta,e un passeggero marocchino, 38 anni, entrambi ricoverati all’ospedale “Moscati” di Aversa:il primo con una ferita alla mano, l’extracomunitario con una all’addome che ha richiesto un intervento chirurgico. Entrambi, comunque, non sono in gravi condizioni.

L’episodio si è verificato intorno alle 11, alla rotonda situata a pochi metri dall’uscita della statale Nola-Villa Literno. A bordo dell’autobus viaggiavano una cinquantina di extracomunitari diretti a Villa di Briano, da dove, a bordo di un altro automezzo, sarebbero poi ripartiti per il Marocco. All’improvviso due uominiin motocicletta, con volto coperto da casco integrale,sonosopraggiunti ed hanno tagliato la strada al bus. Almeno cinque i colpi calibro 9×21 esplosi dalla pistola estratta dal passeggero della motocicletta, all’altezza del cruscotto dell’automezzo. Un proiettile ha ferito alla mano il conducente, mentre un passeggero ha avuto la  peggio,venendo raggiunto all’addome. I sicari, stando alle prime ricostruzioni, non avevano intenzione di uccidere, il loro era solo un “avvertimento”, probabilmente al titolare della ditta.

Sul posto sono immediatamente intervenuti i carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Casal di Principe, agli ordini del tenente Giuseppe Sacco e gli agenti della squadra volante del posto fisso di polizia di Casapesenna, insieme ai colleghi della Scientifica, che hanno eseguito i rilievi sul bus. I due feriti sono stati trasportati dalle ambulanze del 118 al nosocomio aversano, mentre tutti gli altri passeggeri condotti in caserma per essere interrogati.

Si indaga, ora, per risalire al movente dell’agguato, anche se gli investigatori, almeno dai primi elementi raccolti, escluderebbero la mano della criminalità organizzata, sebbene l’episodio si sia consumato nella roccaforte del clan dei casalesi, privilegiando la pista di una ritorsione legata all’attività della ditta, forse una vicenda di usura.

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