Bilancio, convocato il Consiglio: ritardo “storico”

di Redazione

 AVERSA. Prima convocazione 31 agosto, seconda il 7 settembre. Queste le due date per lo svolgimento della seduta di Consiglio comunale che andrà ad approvare il bilancio preventivo per il 2011.

Un ritardo storico che porta la sconquassata maggioranza di centrodestra ad approvare quello che doveva essere un bilancio alla base di una programmazione addirittura nove mesi dopo l’inizio dell’anno. Sì, nove mesi, perché la coalizione che amministra (per usare un eufemismo) la città, ha già concordato che la seduta di prima convocazione andrà deserta. Una convocazione che servirà solo a bloccare la nomina di un commissario ad acta da parte del prefetto con un simultaneo scioglimento del civico consesso che manderebbe a casa questo consiglio comunale qualche mese prima della sua scadenza naturale prevista per la primavera del 2012.

Un sintomo, questo di un ritardo così eclatante, che la dice lunga sull’assoluta mancanza di un’idea di governo della città da parte di una maggioranza che doveva essere schiacciante, ma che è stata percorsa per questi quattro anni da fibrillazioni continue che l’hanno ridotta al lumicino tanto che oggi sono in molto a credere che il sindaco Mimmo Ciaramella sia costretto a cercare i voti per l’approvazione dello strumento contabile tra le fila dell’opposizione. Giuseppe Stabile si è detto pubblicamente contrario ad appoggiare questa coalizione e lo ha fatto anche a nome di Raffaele Pellegrino. Ma i dubbi permangono tutti e non solo per questi due consiglieri “indipendenti” ma anche per un terzo, Amedeo Cecere, che da tempo non si fa vedere in Assise. Quello che appare certo è il fatto che un’opposizione organica non esiste né in città né in Consiglio, e questo testimonia lo stato comatoso del centrosinistra aversano.

Ciaramella sta anche lavorando per fare rientrare la protesta dei cinque consiglieri comunali del Popolo della Libertà (Tonino De Michele, Michele Galluccio, Nicola Andreozzi, Emilio Scalzone e Carlo Amoroso) concedendo, quasi certamente, a Galluccio le deleghe che erano state di Gino Della Valle e, nello stesso tempo, far rientrare Giampaolo Dello Vicario, ponendo fine a questa frattura che potrebbe avere conseguenze gravi anche in chiave elettorale se non recuperata. Da parte sua, però, Galluccio, proprio da queste colonne, ha fatto chiaramente intendere che l’offerta del sindaco arriverebbe fuori tempo massimo, ma, in politica, mai dire mai.

Come che giungeranno i voti per l’approvazione del bilancio, quando si parla con il primo cittadino si ha la sensazione di essere di fronte ad una persona che sa il fatto suo e quello che può avvenire da qui a due settimane. Non rimane che attendere.

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