Incendio all’ufficio postale di Teverola

di Redazione

 TEVEROLA. Potevano non aver scampo in quell’inferno improvvisamente scatenatosi nel tardo pomeriggio di ieri, all’interno dell’ufficio postale di Teverola, in via Cavour.

Fortuna ha voluto che i soccorsi, prima di alcuni cittadini e poi delle forze dell’ordine, giungessero in tempo a salvarli. Le fiamme sono divampate intorno alle 14. In quel momento l’ufficio era chiuso al pubblico, all’interno c’erano solo il direttore e cinque dipendenti, impegnati in operazioni di contabilità. Ad un certo punto è scoppiato il panico: il rogo, in pochi secondi, ha avvolto i locali di attesa, dinanzi agli sportelli, il sistema di apertura delle porte è andato fuori uso e gli impiegati si sono ritrovati intrappolati, poiché quella principale su via Cavour era l’unica via d’uscita, vista la mancanza di un’uscita di emergenza.

Il direttore ha allertato i soccorsi e, intanto, dall’esterno, alcuni cittadini hanno notato un denso fumo nero che fuoriusciva dalla porta d’ingresso dell’ufficio. I signori Gennaro Flocco e Paolo Simonelli, custode del Municipio, insieme al maresciallo dei vigili urbani Luigi Improta, si sono precipitati dalla vicina casa comunale.

L’unica via di salvezza per i dipendenti era una finestra, protetta da sbarre di ferro, che dà sul cortile retrostante l’edificio. Usando dei corpi contundenti hanno infranto i vetri per far fuoruscire il fumo e permettere di arieggiare i locali.

Nel frattempo, arrivavano i vigili del fuoco che tagliavano l’inferriata della finestra, consentendo ai dipendenti di fuoriuscire dall’ufficio e di essere trasportati immediatamente all’ospedale “Moscati” di Aversa. Per loro lievi ferite, provocate dai vetri infranti durante l’operazione di fuga, e un principio di intossicazione, ma nulla di grave. Anche le fiamme sono state domate in pochi minuti sempre dai vigili del fuoco.

Sul posto polizia e carabinieri, insieme ai militari dell’Esercito, che hanno avviato le indagini per risalire alle cause dell’incendio. Non sono stati riscontrati segni di un corto circuito, quindi l’ipotesi più probabile sarebbe il dolo ma per gli investigatori c’è ancora da fare chiarezza. Secondo alcune indiscrezioni raccolte sul posto, non si escluderebbe nemmeno l’ipotesi della rapina: vedendo chiusa la porta d’ingresso dei malviventi potrebbero aver generato in qualche modo le fiamme per costringere i dipendenti ad aprire, senza calcolare che poteva bloccarsi il sistema di movimento della porta. Tra l’altro, ci sarà da verificare anche i motivi dell’assenza di un’uscita di emergenza nell’ufficio. Un fattore che poteva rivelarsi fatale per gli impiegati.

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