Privatizzazione Tributi: il Pd dice ‘No’

di Redazione

 SANT’ARPINO. Tasse privatizzate, tasse sparite. Almeno 90 milioni di euro di tasse pagate dai cittadini e mai versate nelle casse dei rispettivi Comuni. Tosap, Tarsu, Ici, multe, ecc.: soldi finiti nel conto corrente sbagliato.

È lo scandalo di ‘Tributi Italia’, società privata per la riscossione delle imposte locali, nata a Chiavari e cresciuta in fretta in tutta Italia, a nord e a sud, al centro e nelle isole. Sono centinaia i comuni, piccoli e grandi, sparsi per tutta la penisola a finire nelle grinfie di questo sistema perverso: lo schema adottato ad Aprilia, infatti, si replica dovunque. Oggi centinaia di piccoli Comuni sparsi lungo la Penisola sono sull’orlo della bancarotta o soffrono per il buco nel loro bilancio.

E senza tener conto di questa grave realtà la nostra amministrazione comunale cosa sta facendo? Intende affidare a società esterna, ilservizio di riscossione dei tributi comunali nonostante la fallimentareesperienza con la Tributi Italia (ex Ausonia). Risibili, infatti, le motivazioni riportate nell’atto deliberativo della irresponsabile e temeraria giunta comunale targata Di Santo.

La verità è che, nonostante l’efficienza e professionalità del servizio comunale preposto,si ricorre a privatizzazioni che vanno a gravare esclusivamente sulle tasche di noi cittadini a vantaggio dei privati così da assicurargli il governo della società. Alla maggioranza dei cda di queste società va, infatti, un aggio stratosferico: fino al 30 per cento di quanto incassato. Aggio che, in alcuni casi, arriva al 75 per cento sugli accertamenti dell’evasione. Vogliamo qui dire a chiare note che il Servizio Tributi del Comune di Sant’Arpino è stato in questi anni all’avanguardia quanto ad efficacia ed efficienza. In tanti anni di Amministrazione mai una lamentela da parte dei cittadini riguardo a cattivo funzionamento del servizio o degli operatori che vi hanno lavorato che ora invece senza valido motivorischiano di essere mortificati e deprofessionalizzati.

Noi ci chiediamo, quindi, quanto costeranno tra un po’ ai santarpinesi le affissioni dei manifesti, in primis quelli funebri? E per lamentarci di una bolletta salata avremo la segreteria telefonica? E per chiedere una rateizzazione dei pagamenti avremo la risposta di un robot? Tutto questo, fermo restando la nostra contrarietà all’affidamento a ditte private del servizio di riscossione tributi, chiamiamo da subito a pronunciarsi il Consiglio Comunale di Sant’Arpino mettendo all’ordine del giorno del primo Consiglio utile l’indizione del referendum consultivo previsto dall’articolo 34 “azione referendaria” del vigente statuto comunale, che all’articolo 3 lettera b) prevede che può essere indetto dal Consiglio Comunale.

Sin da ora si fa presente che in mancanza di questo punto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio si attiverà il citato articolo 34 che alla lettera a) prevede che l’indizione del referendum può essere promosso dal venti per cento del corpo elettorale. Riteniamo un nostro preciso dovere impegnarci per contrastare le nefandezze di questa amministrazione che governa nell’illegalità e in spregio del supremo interesse collettivo.

Abbiamo fiducia nella capacità dei santarpinesi di rispondere positivamente a questo nostro impegno. Crediamo nell’appoggio dei nostri concittadini su un così delicato argomento, che rischia di mettere in ginocchio numerose famiglie nonché le casse comunali. Bugiardi e incapaci!

IL CIRCOLO PD – SANT’ARPINO

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