Falsi certificati sicurezza lavoro: arrestati ispettore Asl e due professionisti

di Redazione

da sin. Nuzzolo, A.Marcello, L.Marcello, Greco e TurrizianiSANTA MARIA CV. Un ispettore Asl di Santa Maria Capua Vetere, Aldo Nuzzolo, 63 anni, e due professionistioperanti nel campo della sicurezza del lavoro, Luigi Marcello, 55, e Antimo Marcello, 28, sono stati arrestati dai carabinieri.

I reati contestati sono di falso ideologico e corruzione aggravata in concorso. Coinvolti nell’operazione anche due dirigenti del Comune di Capua, Francesco Greco, 45 anni, e Giuseppe Turriziani, 55,rispettivamente responsabile del settore lavori pubblici e del settore affari generali, personale e politiche sociali, ai quali è stato applicatoil divieto di dimora in provincia di Caserta.

Dalle indagini condotte dai militari della stazione di Grazzaniseè emerso che, a seguito di un incidente sul lavoro di una dipendente del Comune di Capua, gli indagati a vario titolo si sono prodigati per produrre falsi certificati relativi alla sicurezza sui luoghi di lavoro, attestanti corsi di formazione in quello specifico settore mai effettuati. Uno dei professionisti coinvolti, inoltre, è stato fittiziamente anche nominato responsabile della sicurezza e della prevenzione sui luoghi di lavoro per il Comune di Capua, retrodatando l’assunzione ad un periodo antecedente all’infortunio avvenuto presso quella casa comunale.

Alla conferenza stampa tenutasi presso la procura di Santa Maria Capua Vetere hanno partecipato il procuratore aggiunto Raffaella Capasso, il sostituto procuratore Donato Ceglie e il capitano Vincenzo Carpino, comandante della compagnia carabinieri sammaritana, che hanno illustrato le fasi dell’indagine.

Le investigazioni che hanno portato all’emissione dei provvedimenti hanno avuto origine da altra più ampia indagine, svolta anche questa nella stazione Carabinieri di Grazzanise, che nel 2010, avevano accertato l’esistenza di una consorteria criminale costituita appunto da ispettori del lavoro in servizio presso il Dipartimento di Prevenzione Asl Ce/2 (allora di Santa Maria Cv) e da tecnici professionisti. Alcuni ispettori del lavoro – abusando della qualità di ufficiali di polizia giudiziaria nell’esercizio delle loro funzioni ed esercitando illegalmente i poteri ispettivi e di prescrizione conferiti loro dalla legge – nel corso di controlli sui cantieri edili erano soliti preannunziare ai titolari dei cantieri stessi sottoposti ad accertamento pesanti sanzioni pecuniarie (con riferimento a presunte o effettive violazioni riscontrate), sequestri giudiziari dei cantieri e delle aziende, con conseguente blocco dell’attività lavorativa, ove essi si fossero rifiutati di ottemperare alle richieste degli indagati. In particolare, essi prospettavano ai titolari dei cantieri le suddette serie conseguenze nel case in cui questi ultimi non si fossero rivolti a consulenti – complici degli stessi ispettori – per ottenere il rilascio, a prezzi elevati, di falsa documentazione inerente alla propria impresa edile.

La conferenza stampa in Procura – VIDEO

La falsità consisteva nella data apposta sui documenti (antecedente a quella del controllo) e nell’attestazione di aver effettuato verifiche preliminari alla redazione del Documento di valutazione dei rischi sui luoghi di lavoro (che, di fatto, non erano state mai svolte). In sostanza, gli ispettori infedeli, malgrado apparentemente operassero solo al fine di applicare le prescrizioni della normativa antinfortunistica, in realtà imponevano agli imprenditori scelte di organizzazione aziendale (come la nomina di determinati responsabili del servizio di prevenzione e protezione che, altrimenti, i titolari dei cantieri non avrebbero nominate), ovvero richiedevano che tali imprenditori si munissero – con esborso di ingenti somme di denaro – di Documenti di valutazione dei Rischi sui luoghi di lavoro che essi stessi procuravano loro (per il tramite di consulenti del lavoro collusi con gli ispettori) riportanti “data certa” falsificata, nonché imponevano l’acquisto di attestati in materia di formazione e informazione dei lavoratori, riportanti anche questi date false.

Per rendere più stringenti le loro imposizioni, gli ispettori millantavano stretti collegamenti con gli uffici giudiziari, oppure facevano riferimento a fantomatiche e inesistenti deleghe dell’autorità giudiziaria stessa e prospettavano, infine, agli imprenditori concussi la possibilità di risolvere ogni problema grazie, appunto, all’ausilio dei professionisti sopra indicati. In tal modo essi si procuravano ingenti profitti derivanti dalla riscossione — e spartizione – delle somme estorte agli imprenditori, pari complessivamente a circa 600.000 euro, cagionando così ingenti danni erariali alle casse e al bilancio della citata Azienda Sanitaria Locale. A questa, infatti, non venivano versati gli importi di danaro corrispondenti alle sanzioni amministrative che si sarebbero dovute comminare agli imprenditori effettivamente inottemperanti agli obblighi di legge.

Le indagini svolte nel 2010 culminavano con l’emissione di ordinanza cautelare emessa dal Gip di Santa Maria Capua Vetere (ed eseguita nel settembre del 2010) nei confronti di alcuni ispettori dell’Asl Ce/2, ufficiali di polizia giudiziaria (Pasquale D’Amore, Donato Faraone, oltre allo stesso Aldo Nuzzolo, oggetto dell’odierni misura), nonché di professionisti in materia di sicurezza del lavoro (Francesco D’Angiolella, oltre agli odierni arrestati Antimo Marcello e Luigi Marcello). A queste persone, in quel procedimento veniva contestata, tra l’altro, la costituzione di una stabile associazione per delinquere (il cosiddetto “sistema Nuzzolo-Marcello”) finalizzata alla concussione, nonché alla commissione di reati di falsità ideologica e materiale. Le nuove ordinanze di custodia cautelare sono il frutto dell’ulteriore sviluppo delle indagini relative all’attività criminale sopra evidenziata e ha tratto occasione dall’infortunio della dipendente del Comune di Capua, Antonietta Ragazzino, avvenuto in data 22/2/2010. In seguito a questo infortunio, i consulenti del lavoro Antimo e Luigi Marcello (padre e figlio) predisponevano, su incarico dei pubblici funzionari Turriziani e Greco, documentazione (falsa) grazie alla interposizione dell’ispettore del lavoro Aldo Nuzzolo, “deus ex machina” dell’intera operazione e capo indiscusso della consorteria criminale. Nuzzolo, recatosi presso il Comune di Capua a seguito dell’infortunio alla lavoratrice, aveva fatto partire la complessa macchina organizzativa volta a mettere apparentemente in regola la documentazione relativa alla sicurezza sul lavoro dei responsabili del Comune di Capua, assolutamente carente presso detto Ente.

Nel corso delle indagini si è evidenziato come presso il comune di Capua non si fosse proceduto a numerosi e doverosi adempimenti relativi alla normativa antinfortunistica: non era stato redatto e firmato il documento di valutazione dei rischi imposto già dal decreto legislativo 626/94, non si era proceduto ad alcuna attività di formazione e informazione antinfortunistica a favore dei lavoratori dipendenti, non erano stati forniti i dispositivi di protezione individuale, non si era proceduto alle prescritte nomine del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, e neppure del medico competente.

A fronte di tali macroscopiche violazioni, gli indagati si erano accordati tra loro e avevano messo in moto un’attività illecita tesa a formare atti e documenti (sia amministrativi, sia relativi a presunte ottemperanze alla normativa antinfortunistica) totalmente falsi, con retrodatazione degli stessi al settembre 2009. Essi avevano proceduto, in particolare, a redigere una falsa nomina del responsabile del servizio di prevenzione e protezione a favore del consulente Luigi Marcello, avevano prodotto, inoltre, decine di falsi attestati di formazione e informazione a fini antinfortunistici, nonché falsi documenti di valutazione dei rischi. Ciò, del resto, veniva fatto utilizzando illegalmente fondi pubblici (ammontanti a circa 20.000 euro), per pagare i due Marcello, e per evitare le responsabilità penali derivanti dalle accertate (ma mai sanzionate) violazioni alla normativa antinfortunistica riscontrabili a carico dei dirigenti comunali Turriziani e Greco.

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