Ruby: no al Tribunale dei Ministri, il processo resta a Milano

di Redazione

 ROMA.I giudici della quarta sezione del tribunale di Milano, Giulia Turri (presidente), Orsolina De Cristofaro e Carmen D’Elia, hanno bocciato l’eccezione dei difensori del premier Silvio Berlusconi…

… che volevano trasferire al Tribunale dei Ministri il processo Ruby, che vede il premier accusato di concussione e di prostituzione minorile. Stabilita la competenza di Milano e respinte le eccezioni con cui la difesa proponeva il trasferimento del procedimento al tribunale dei Ministri o al Tribunale di Monza. Il processo, dunque, rimanenel capolugoo lombardo.

Il ragionamento dei giudici si spiega con il fatto che “l’utilità perseguita” con il reato di concussione è stata conseguita a Milano con il rilascio della minore che si trovava in questura e la sua “consegna” al consigliere regionale Nicole Minetti in seguito alla telefonata del presidente del Consiglio nella notte tra il 27 e il 28 maggio 2010. Ed essendo il reato di concussione quello più grave, secondo i giudici attrae anche quello di prostituzione minorile che, secondo l’accusa, si è consumato ad Arcore (che ricade sotto la giurisdizione di Monza). Per questi motivi, quindi, la competenza si radica nel capoluogo lombardo.

In una lunga ordinanza i giudici hanno sottolineato “la propria competenza funzionale” nel giudizio e hanno bocciato la tesi difensiva “che avrebbe voluto sovrapporre la qualità e la funzione”. I giudici hanno poi ricordato le modalità dei fatti contestati al premier riguardo al reato di concussione aggravato dal fatto di avere agito “per coprire la prostituzione della minore e salvaguardare la propria immagine”.

Per le toghe milanesi, inoltre, “non è consentito il proscioglimento nel merito” del presidente del Consiglio, come aveva chiesto la difesa. Inoltre, “sulla scorta del capo di imputazione il tribunale ritiene la propria competenza funzionale”, in quanto il reato contestato, la concussione, non ricade sotto la competenza del Tribunale dei Ministri. Nello stabilire ciò, il collegio ha rigettato la tesi prospettata dai legali del premier secondo la quale non si possono scindere le funzioni di presidente del Consiglio dalla qualità di premier.

Dopo la lettura dell’ordinanza, il processo è stato rinviato a dopo l’estate mentre si aprirà l’udienza per la vicenda Mills. Il premier non sarà in aula, come invece annunciato nei giorni scorsi, perché impegnato nei colloqui con il presidente Napolitano.

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