Pensioni, il governo ci ripensa. Sacconi apre a modifiche

di Redazione

Maurizio SacconiROMA.Il governo è pronto a modificare il taglio alle pensioni contenuto nella manvora. Intanto salta l’incontro, in calendario per oggi al ministero per i Rapporti con le Regioni tra Governo, Regioni, Comuni e Province indetto per affrontare la manovra, molto criticata dagli enti locali per i tagli che contiene.

Sulla norma relativa alla rivalutazione parziale delle pensioni, inserita nella manovra, “siamo pronti a modifiche”, ha assicurato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. “Siamo apertissimi a discuterne, come abbiamo detto da subito”. “Le fasce più basse sono indicizzate al 100%. Si tratta di guardare alle fasce medie e alte. Siamo pronti a modifiche”, ha affermato Sacconi. “Ma non dimentichiamo – ha aggiunto – che norme di questo tipo sono state fatte da tutti i governi di centrosinistra. Eviterei, quindi, una polemica ideologica a questo proposito. Verifichiamo i modi di produrre un effetto finanziario ma diversamente da come oggi è disposto. Siamo apertissimi a discuterne come abbiamo detto da subito”. Favorevoli a modifiche anche i gruppi di Camera e Senato del Pdl, che lavoreranno d’intesa per qualche modifica alla manovra, in particolare sulle pensioni: lo ha riferito Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera.

CAMUSSO. “Spero lo facciano davvero perché di promesse ne abbiamo sentite un numero infinito. Su molte cose bisognerebbe tornare indietro perché quando arriva la manovra i soggetti colpiti sono sempre i soliti”, ha commentato il leader della Cgil, Susanna Camusso. “Vorremmo vedere il testo vero della manovra prima di dire ci fidiamo degli impegni del governo”, ha aggiunto, ricordando come Sacconi avesse già promesso “che non si sarebbe fatto nulla sulle pensioni; eppure ci siamo trovati sia l’aumento dell’età di vecchiaia per le donne nel privato sia il blocco delle rivalutazioni e l’accelerazione tra età di pensionamento e aspettative di vita che ha prolungato per tutti il lavoro”.

COMUNI IN RIVOLTA. Sospenderanno la partecipazione a qualsiasi attività inerente al federalismo fiscale e a incontri politici. Lo ha annunciato il presidente dell’Anci, l’associazione dei comuni, Osvaldo Napoli, durante una conferenza stampa, chiedendo anche la convocazione urgente della conferenza unificata con la partecipazione del ministro Tremonti per spiegare al titolare del dicastero dell’Economia l’impatto che la manovra avrà sui Comuni. “Riteniamo questa manovra – ha detto Napoli – fortemente iniqua”. “Il punto chiave – ha aggiunto il vicepresidente dell’Anci, Graziano Del Rio – è che questa manovra mette una pietra tombale sul federalismo”.

Nel testo della manovra risulta essere saltata la norma cosiddetta “salva cassa” dei Comuni e questo mette seriamente a rischio il pagamento degli stipendi dei dipendenti ed il rispetto dei contratti, denuncia poi l’Anci, ricordando che “in una prima versione, era stata concordata fra Ragioneria Generale dello Stato, Ministero dell’Interno ed Anci una norma per recuperare l’inspiegabile ritardo nella emanazione del Decreto che assegna i fondi ai Comuni. Norma che sembra essere saltata per una inspiegabile decisione del Ministero dell’Economia. Gli effetti di questa decisione rischiano di essere clamorosi perché, ad oggi, solo il 30% delle risorse di ogni Comune è stato accreditato”.

CASINI: “MANI IN TASCA AGLI ITALIANI”. “Probabilmente non c’era altro da fare, ma nessuno venga a dirci che il governo non mette le mani in tasca agli italiani”, ha detto il leader Udc, Pierferdinando Casini. “Lo ha fatto, eccome. E purtroppo lo ha fatto – ha aggiunto – colpendo i soliti noti, cioè quel ceto medio che sta scivolando nell’area della povertà. Avremmo preferito che fosse colpita la speculazione sulle rendite finanziarie e sui grandi patrimoni perché è giusto che nei momenti di crisi chi più possiede più debba dare”. Un’altra critica al governo Casini l’ha rivolta ai contenuti della manovra ritenendola “inadeguata: colpisce fortemente i cittadini elevando la pressione fiscale perché quando si obbligano i comuni a trasferire il costo di determinati servizi dal pubblico ai cittadini è chiaro che questo è un inasprimento fiscale di rilievo”.

VENDOLA: “GRANDE MOBILITAZIONE PER DIRE NO”. “Occorre costruire una grande mobilitazione per dire “no”, per dire che è inaccettabile il segno di iniquità sociale che c’è dentro la manovra”, che entrerà nella “carne viva” delle classi più povere. È il messaggio del leader di Sel e governatore della Pugli Nichi Vendola. “Vi è stata un’operazione di depistaggio molto abile” sulla manovra, ha affermato Vendola, in quanto si parla di “cose che non ci sono e che forse verranno nel futuro, come i tagli alla politica, alla casta”, mentre si è “parlato poco di quel che c’è”, ovvero “la perdita da parte degli enti locali, regioni, province, comuni, della possibilità di corrispondere alle domande dei cittadini”.

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