P4, Papa si difende: “Contro di me vendetta di ex colleghi”

di Redazione

 ROMA.Il deputato del Pdl Alfonso Papa si difende in Giunta per le autorizzazioni della Camera e spiega che tutta questa storia dell’inchiesta sulla P4 che lo coinvolge nasce da un astio profondo da parte dei suoi ex colleghi magistrati napoletani nei suoi confronti.

L’indagine nei suoi confronti sarebbe dunque “il frutto di persecuzione giudiziaria di un gruppo di magistrati tra cui De Magistris, Woodcock, Narducci e Curcio che lo avevano avversato all’epoca dei fatti”. Ora Papa sta raccontando ai colleghi deputati lo spaccato della vita associativa della magistratura napoletana da cui esce un quadro definito da alcuni componenti della Giunta “assolutamente delegittimante”.

Dopo aver depositato una lunga memoria difensiva, il parlamentare ha detto ai componenti della Giunta di essere un “perseguitato da una fazione dell’Unicost napoletana”. Secondo quanto riferiscono alcuni esponenti della Giunta, secondo Papa tutto avrebbe origine dal fatto che lui, quando era magistrato, aveva affiancato Agostino Cordova, prendendo posizione contro i sostituti che lo avversavano.

La manovra che sarebbe stata condotta dagli inquirenti contro Papa, si articolerebbe sostanzialmente in tre mosse. Almeno a giudicare da quanto scrive lo stesso Papa nella sua memoria difensiva. La prima mossa sarebbe quella della “strumentalizzazione giudiziaria di odi, rancori e gelosie presenti contro Papa nell’ambiente del distretto di Napoli ed assurte a procedimento penale”. La seconda azione ‘anti-Papa’, si sarebbe concretizzata con “l’attuazione di modalità di indagine poste al di fuori di tutti i principi fissati dalla legge e dalle regole deontologiche, nonchè con gravissima ed evidente violazione delle prerogative parlamentari”. Ma i magistrati di Napoli, secondo Papa, avrebbero anche adottato “un provvedimento sapientemente articolato, ma povero e apodittico sotto il profilo indiziario privo di effettività con riferimento ai presupposti della misura concessa, del tutto mancante dei presupposti di competenza territoriale, nota agli inquirenti e maliziosamente obliterata al fine di proseguire quella che più che una indagine appare come una vera e propria ‘caccia all’uomo”.

Il parlamentare, sempre parlando in terza persona, lamenta anche il fatto di non essere stato interrogato dai magistrati di Napoli. E siccome Papa è anche incensurato, un provvedimento di custodia cautelare nei suoi confronti non sarebbe mai stato emesso se non si fosse trattato di un parlamentare e se “non si fosse voluto chiaramente strumentalizzare tale sua qualità”.

“Papa dica quello che vuole, non intendo replicare, valuterò se sporgere querela per calunnia”. Così il procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore, interpellato dall’Ansa.

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