P4, Bossi ci ripensa su Papa. Cicchitto: “Attacco giudiziario”

di Redazione

Alfonso PapaROMA.Dopo il cambio di linea della Lega su Alfonso Papa, per la quale non va bene arrestarlo prima di essere stato giudicato, come ha sottolineato Umberto Bossi, …

… continuano le polemiche in vista del voto della Camera, mercoledì 20 luglio, con il quale i deputati si esprimeranno sulla richiesta di arresto del deputato Pdl avanzata dalla procura di Napoli nell’ambito dell’inchiesta P4.

Il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, sostiene che è evidente “che c’è un disegno di attacco alla maggioranza anche attraverso la via giudiziaria accentuato dopo che quello politico, con lo spostamento di campo dei finiani,èfallito il 14 dicembre 2010. Così, prima il fuoco mediatico giudiziario è stato concentrato contro Berlusconi e la sua vita privata per cui adesso bisognerà capire meglio anche il caso D’Addario e molte altre cose avvenute in Puglia a cominciare da sistematiche violazioni del segreto istruttorio ad opera di qualche pm”. “Adesso l’attacco è stato esteso ad altri parlamentari – prosegue Cicchitto – ora la Camera e il Senato devono valutare l’esistenza o meno del fumus persecutionis, non della colpevolezza o meno del singolo parlamentare che verrà giudicato a tempo e luogo dal suo giudice naturale. Le cosiddette manette devono seguire e non precedere le sentenze per una sorta di precedenza che viene richiesta per una sorta di pregiudizio alla rovescia. Ciò deve valere indipendentemente dal colore politico del singolo parlamentare. Qualche tempo fa alla Camera con il voto determinante del centrodestra fu evitato l’arresto del collega Margiotta del Partito Democratico che poi è stato prosciolto dalla magistratura giudicante”. “A nostro avviso – conclude Cicchitto- lo stesso criterio deve valere per Papa alla Camera e per Tedesco del Pd al Senato. Diversamente, d’ora in avanti, l’uso pregiudiziale delle manette diventerebbe lo strumento cardine della lotta politica nel nostro Paese”.

Il capogruppo Idv al Senato, Felice Belisario, ironizza: “Sul caso Papa sembrava strano che Bossi si smarcasse da Berlusconi, e infatti subito è arrivato il dietrofront con giravolta. Possibile che quando c’è da salvare un deputato del Pdl dall’arresto il Cavaliere ordina e Bossi subito docilmente obbedisce, anche a costo di rimetterci la faccia? La Lega è entrata in Parlamento agitando il cappio contro i corrotti, ma ora è sempre pronta a proteggere i Cosentino e i Papa di turno nascondendosi, come il Pdl, dietro l’impunità parlamentare, ovvero il principio inaccettabile per cui chi è eletto non è tenuto a rispondere alla legge al pari di tutti gli altri cittadini. Una trasformazione difficile da spiegare ai tantissimi leghisti delusi e arrabbiati così come sarà davvero difficile spiegare un eventuale no, mercoledì, all’arresto di Papa dopo aver detto qualche giorno prima che doveva andare in galera”.

Per Maurizio Ronconi dell’Udc “o Bossi sbagliava nel ’92 o sbaglia oggi”. “Durante tangentopoli, nel 1992, – commenta il centrista – Bossi e i missini agitavano i cappi nelle aule parlamentari contro i democristiani e i socialisti. Oggi sia Bossi che gli ex missini sono tutti mobilitati in difesa di parlamentari accusati di reati che non c’entrano con la politica e neppure con il finanziamento dei partiti ma semmai trattasi di faccendieri che infangano la politica fini di arricchimento personale. O sbagliavano nel 1992 oppure sbagliano oggi, tertium non datur”.

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