Opposizione: “Si alla manovra, ma poi il governo vada via”

di Redazione

Giulio TremontiROMA.Approvazione della manovra in tempi rapidissimi, con pochi emendamenti qualificati, con il via libera da parte del Senato entro giovedì. Ma dopo il governo dovrà andare via.

È questa la proposta unitaria di Pd, Idv e Udc che, nel corso di una conferenza stampa, hanno annunciato anche che presenteranno un pacchetto con pochissimi emendamenti entro il termine fissato per le 18 di oggi. I punti fondamentali su cui intervenire sono: equità, regole e crescita. E dopo il via libera definitivo il governo “chiederemo che il governo vada via”, afferma il presidente dei senatori del Pd al Senato, Anna Finocchiaro. “Berlusconi costa troppo all’Italia”, aggiunge.

La proposta di approvare il provvedimento in tempi brevi è stata già presentata al presidente del Senato, Renato Schifani, che ha annunciato: “Entro e non oltre giovedì” la manovra sarà licenziata da palazzo Madama. “I capigruppo dell’opposizione hanno chiesto l’accelerazione dei tempi della manovra. Analoga richiesta è pervenuta subito dopo dalla maggioranza”. Un passaggio necessario per dimostrare la “coesione” del Paese.

Le opposizioni chiedono di rivedere la stretta sulla rivalutazione delle pensioni tra tre e cinque volte il minimo Inps, l’aumento fino a 380 euro del bollo sui conti titoli e il tetto all’1% per l’ammortamento dei beni in concessione. Ulteriori proposte prevedono lo scorporo da Eni di Snam rete gas e l’armonizzazione immediata al 20% del prelievo sulle rendite finanziarie, esclusi i titoli di Stato. Su questi punti è probabile che si trovi un’intesa con l’esecutivo, che alcune fonti indicano per già fatta.

Una risposta ufficiale del governo è prevista già per oggi pomeriggio, quando il ministro dell’Economia Giulio Tremonti incontrerà le opposizioni. Finocchiaro ha fatto riferimento ad una “nota” del Tesoro che annuncerebbe l’incontro, “un fatto che ci era già stato comunicato”. Durante la conferenza stampa il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, ha chiesto che il “confronto avvenga nelle sedi istituzionali, e cioè in Senato”, in modo “che tutto avvenga alla luce del sole”.

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