Manovra, passa fiducia anche alla Camera

di Redazione

CameraROMA.Con 316 sì, 284 no e due astenuti la Camera ha confermato la fiducia al governo Berlusconi sulla manovra economica. Dopo la votazione, la seduta è stata sospesa.

Dalle 16.30 poi le dichiarazioni di voto finali sul provvedimento economico, trasmesse in diretta televisiva. Al voto di fiducia (la numero 47 per il governo Berlusconi) ha preso parte anche Silvio Berlusconi. Nella sala del governo, il presidente del Consiglio ha incontrato il deputato del Pdl, Alfonso Papa, per il quale oggi la Giunta ha dato via libera all’arresto in merito all’inchiesta P4.

Nel suo ufficio il Cavaliere ha visto poi il segretario del Pdl Angelino Alfano. “Non sono stato affatto assente o latitante. Mi vogliono dipingere così, ma io invece in questi giorni ho studiato tutte le carte, ho lavorato per il bene degli italiani” ha detto Berlusconi conversando con alcuni parlamentari di maggioranza. “Mi piacerebbe tanto dare loro quello che ho promesso, un alleggerimento della pressione fiscale, ma il momento è difficile e adesso non è possibile” ha aggiunto.

In mattinata, il presidente della commissione Bilancio di Montecitorio, il leghista Giancarlo Giorgetti, chiudendo il suo intervento sulla manovra che sarà approvata definitivamente nel pomeriggio, ha detto in Aula che la maggioranza invita il governo “in qualche modo ad attivarsi affinchè i costi della politica, che sono contemplati nel provvedimento, possano tempestivamente e rapidamente affiancarsi alle altre misure qui previste”.

TREMONTI: “MANOVRA PER IL BENE DEL PAESE”. “Chi fa una manovra come questa vuole il bene del Paese – aveva detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti nel suo intervento di ieri al Senato – ma non ci può essere una politica italiana diversa da quella europea. La soluzione è politica o non è, è comune in Europa o non è. E la politica non può più sbagliare”. Il ministro dell’Economia ha ringraziato i senatori e in particolare le opposizioni che hanno permesso i tempi stretti del voto: “Il paese ci guarda: siamo diversi certo ma non troppo divisi. Per questo sono orgoglioso di essere qui con tutti voi”. “Oggi in Europa c’è l’appuntamento con il destino: la salvezza non arriva dalla finanza ma dalla politica – ha detto ancora Tremonti – Ma la politica non può più fare errori”. Anche perchè “è come sul Titanic: non si salvano neanche i passeggeri in prima classe”.

Per il ministro “è necessario introdurre in Costituzione la regola d’oro del pareggio di bilancio”. Quest’ultimo, ha avvertito, “è un vincolo assoluto”. “L’aggravarsi della crisi ha reso ancora più evidente la ragione politica di questo decreto. – ha sostenuto Tremonti – Oltre alle azioni già fatte in passato anche con il decreto sviluppo, la manovra contiene 16 nuove azioni per la crescita. Il bilancio pubblico lo si fa tutto per legge, il pil no. Servono decreti come questi e come altri. Certamente – ha aggiunto – si può fare di più, sentiremo tutti ma non si può dire, perché non è corretto, che non abbiamo fatto molto per lo sviluppo. Senza la tenuta conti – ha sottolineato – non ci sarebbe stato neanche il pil che c’è stato finora”.

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