Manovra, ok del Senato. Tremonti: “E’ per il bene del Paese”

di Redazione

Giulio TremontiROMA.Via libera del Senato alla fiducia sulla manovra. I sì sono stati 161, i no 135 e 3 gli astenuti. Il decreto legge passa ora alla Camera dove dovrebbe essere approvato definitivamente, con voto di fiducia, venerdì intorno alle 19.

L’impatto della manovra, così come previsto dal nuovo testo dopo le correzioni in Senato, sale oltre i 70 miliardi nel 2014. Secondo il relatore Gilberto Pichetto Fratin, infatti il calcolo è presto fatto: nel 2013 era previsto un impatto di 17,8 miliardi che con le correzioni (più 6 miliardi) sale a 23,8. Nel 2014 invece prima erano previsti 25,3 miliardi ai quali vanno aggiunti i 22 miliardi del Senato per un totale di 47,3 miliardi.

TAGLI FISCALI INDISTINTI.E, insieme ai dati arrivano le ultime novità della manovra. Il taglio alle agevolazioni fiscali sarà indistinto. Riguarderà cioè tutte le 483 voci di agevolazione attualmente previste. Il taglio sarà lineare e sarà del 5% nel 2013 e del 20% a partire dal 2014. Riguarderà, tra l’altro, i figli a carico, le spese per la sanità, i redditi da lavoro dipendente, gli asili, gli studenti universitari. Questo anche se – spiega il relatore Gilberto Pichetto Fratin – “il governo con successivi decreti potrà decidere di escludere alcune categorie”.

TICKET SANITARIO, PREVISTE ESENZIONI.Novità anche dal fronte sanitario. Il ticket che entrerà in vigore da subito con l’approvazione della manovra, (10 euro per le visite specialistiche e 25 sui codici bianchi del pronto soccorso) è quello “introdotto nel 2007”, ha spiegato il ministro della Salute Fazio, ma “le categorie deboli saranno protette” perché “è prevista l’esenzione”.

TREMONTI: “MANOVRA PER IL BENE DEL PAESE”. “Chi fa una manovra come questa vuole il bene del Paese – ha detto il ministro dell’Economia Giulio Tremonti nel suo intervento – ma non ci può essere una politica italiana diversa da quella europea. La soluzione è politica o non è, è comune in Europa o non è. E la politica non può più sbagliare”.

Il ministro dell’Economia ha ringraziato i senatori e in particolare le opposizioni che hanno permesso i tempi stretti del voto: “Il paese ci guarda: siamo diversi certo ma non troppo divisi. Per questo sono orgoglioso di essere qui con tutti voi”. “Oggi in Europa c’è l’appuntamento con il destino: la salvezza non arriva dalla finanza ma dalla politica – ha detto ancora Tremonti – Ma la politica non può più fare errori”. Anche perchè “è come sul Titanic: non si salvano neanche i passeggeri in prima classe”.

Per il ministro “è necessario introdurre in Costituzione la regola d’oro del pareggio di bilancio”. Quest’ultimo, ha avvertito, “è un vincolo assoluto”. “L’aggravarsi della crisi ha reso ancora più evidente la ragione politica di questo decreto. – ha sostenuto Tremonti – Oltre alle azioni già fatte in passato anche con il decreto sviluppo, la manovra contiene 16 nuove azioni per la crescita. Il bilancio pubblico lo si fa tutto per legge, il pil no. Servono decreti come questi e come altri. Certamente – ha aggiunto – si può fare di più, sentiremo tutti ma non si può dire, perché non è corretto, che non abbiamo fatto molto per lo sviluppo. Senza la tenuta conti – ha sottolineato – non ci sarebbe stato neanche il pil che c’è stato finora”.

IL FORFETTONE. Tremonti è brevemente intervenuto nel corso delle dichiarazioni di voto per rispondere all’opposizione che chiede di togliere dal testo la norma che contiene il forfettone per i giovani imprenditori che non sarebbe coperta. Rivolto in particolare a Enrico Morando del Pd Tremonti ha affermato: “Lei ha presentato un caso che ha una sua consistenza ma non la consistenza materiale che lei ha presentato. Pensi però quanto ingiusto sarebbe eliminare la norma e quanto giusta invece sia per l’economia”. Insomma la situazione – secondo il ministro – “è rimediabile”.

DRAGHI RICEVE BERSANI. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, rientrato stamattina a Roma dal Medio Oriente ha fatto visita al governatore della Banca d’Italia e presidente in pectore della Bce Mario Draghi. Nulla è trapelato dal Partito Democratico sull’incontro svolto in via Nazionale e che ha avuto al centro i temi della la manovra e delle crisi del debito in Europa.

ERRANI. “Lo squilibrio dei tagli proposti dalla manovra che gravano in modo insopportabile su Regioni e Enti locali, basti pensare che poco meno del 50% dell’intervento finanziario grava sui bilanci delle Regioni, rappresenta un’ingiustizia e necessita di un serio riequilibro”: lo ha affermato in una nota il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, secondo il quale “l’idea di dar luogo ad un vergognoso scaricabarile istituzionale non è certo praticabile”.

DIMISSIONI.Per il ministro Franco Frattini in trasferta a Zagabria con il presidente Napolitano “è irricevibile” la domanda sulle eventuali dimissioni dell’intero governo dopo l’approvazione della manovra, mentre il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha escluso che a lasciare sia Tremonti.

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