Incentivi decoder, Mediaset dovrà restituire 220 milioni di euro

di Redazione

 MILANO. Altra tegola per le aziende di Berlusconi dopo il mega-risarcimento pagato alla Cir di Carlo De Benedetti per la vicenda Mondadori. Stavolta nel mirino finisce Mediaset, già alle prese anche con la crisi di Endemol.

La Corte di giustizia dell’Unione europea ha ribadito che Mediaset dovrà rimborsare lo Stato per gli aiuti erogati negli anni scorsi per l’acquisto dei decoder. La Corte ha quindi respinto il ricorso presentato dall’azienda televisiva dopo la sentenza dell’anno scorso. E ha perciò confermato che i contributi italiani per l’acquisto dei decoder digitali terrestri nel 2004 e 2005 “costituiscono aiuti di Stato incompatibili con il mercato comune. Le emittenti radiotelevisive che hanno beneficiato indirettamente degli aiuti di Stato sono tenute a rimborsare le somme corrispondenti ai vantaggi in tal modo ottenuti”. Mediaset dovrà rimborsare non solo i 220 milioni di euro del contributo dello Stato, ma anche i vantaggi economici conseguenti all’aumento dello share causato dall’operazione.

Con la legge finanziaria del 2004 – si ricorda nel dispositivo – l’Italia ha concesso un contributo pubblico di 150 euro ad ogni utente del servizio di radiodiffusione che acquistasse o noleggiasse un apparecchio per la ricezione, in chiaro, dei segnali televisivi digitali terrestri. Il limite di spesa del contributo è stato fissato a 110 milioni. La legge finanziaria del 2005 ha reiterato tale provvedimento nello stesso limite di spesa di 110 milioni, riducendo tuttavia il contributo per ogni singolo decoder digitale a 70 euro.

Il consumatore che avesse però scelto un apparecchio che consentisse esclusivamente la ricezione di segnali satellitari non poteva ottenere il contributo: contro i contributi le emittenti televisive Centro Europa 7 e Sky Italia hanno inoltrato esposti alla Commissione. Con la decisione del 2007, Bruxelles osservava, in effetti, che detti contributi costituivano aiuti di Stato a favore delle emittenti digitali terrestri che offrivano servizi televisivi a pagamento nonché degli operatori via cavo fornitori di servizi televisivi digitali a pagamento, ordinando il recupero degli aiuti.

Mediaset ha allora presentato un ricorso ma, nel giugno del 2010, il Tribunale lo ha respinto, confermando che il contributo costituiva un vantaggio economico a favore delle emittenti terrestri. Giovedì anche la successiva impugnazione di Mediaset è stata respinta. Ora “spetterà al giudice nazionale fissare l’importo dell’aiuto da recuperare sulla base delle indicazioni delle modalità di calcolo fornite dalla Commissione”.

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