Il coordinamento” 13 Febbraio” contro il cimitero degli aborti

di Redazione

 CASERTA. Pensiamo che il servizio pubblico debba occuparsi e preoccuparsi della salute fisica e psichica della donna, senza alcun condizionamento dettato da scelte ideologiche di natura religiosa.

Riteniamo terribile l’iniziativa avviata dall’Azienda ospedaliera “Sant’Anna e San Sebastiano” che ha firmato un protocollo d’intesa con l’associazione ”Difendere la vita con Maria” per promuovere il seppellimento dei feti al di sotto delle 20 settimane in un apposito spazio del cimitero comunale con il plauso del neo-sindaco Pio Del Gaudio e con l’immensa gioia del vescovo Farina.

Ci opponiamo a questa perenne fossa in memoria degli aborti, a quest’area ben delimitata tale da essere nell’immediato individuata come zona del peccato. Non è di una fossa su cui portare fiori che hanno bisogno le donne, ma di una società che le aiuti a diventare madri. Non è di registri di proscrizione dove si annovera il giorno del reato che hanno bisogno, ma di rispetto per la propria dignità e riservatezza di una decisione che appartiene ad una sfera intima e molto privata. L’aborto spesso è frutto della paura e della disperazione, nessuna donna sceglie di abortire con frivolezza ed allegria ed è terribile pensare che dopo il lungo iter emotivo che ogni donna attraversa prima di sottoporsi all’intervento, dopo quel senso di vuoto che percorre la mente ed il corpo, qualcuno voglia andare a chiederle le modalità prescelte per il funerale di un grumo di sangue a cui avrà dovuto dare anche un nome.

L’iniziativa presentata come un elemento di civiltà e di umanità non è, allora, altro che l’ennesimo attacco alla legge “194” che tutela il diritto alla procreazione cosciente e responsabile ed il servizio pubblico, bene farebbe, piuttosto, ad informare sulla RU486 anche a Caserta, invece di proseguire su questa strada. Consentire la sepoltura dei feti e degli embrioni, senza il consenso della persona sottopostasi all’intervento, è un modo per equiparare il feto ad una persona con diritti giuridicamente riconosciuti, prevalenti su quelli della donna che lo porta in grembo: il feto è un soggetto giuridico, quindi l’aborto è un omicidio.

Ecco quello a cui si tende, ecco il tentativo che respingeremo con forza. Il coordinamento 13 febbraio si opporrà in tutte le sedi a questa decisione che, ispirata al modello di criminalizzazione degli anti-abortisti, non è affatto rispetto per il dolore ma istigazione al linciaggio della donna che in nome della propria autodeterminazione difende la scelta di una procreazione libera e pensata.

Il Coordinamento 13 Febbraio

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