Feti abortiti, Del Gaudio: “Nostra scelta di grande umanita’ e cristianita’”

di Redazione

Pio Del GaudioCASERTA. “Quando una mamma vede morire il proprio bambino, anche nelle primissime settimane dopo il concepimento, è giusto che la stessa abbia la possibilità di ricordarlo e di piangerlo”.

Il sindaco di Caserta Pio Del Gaudio, dopo giorni di silenzio, interviene sul protocollo d’intesa, approvato con delibera del 22 luglio 2011, tra l’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta e l’associazione “Difendere la vita con Maria”, che promuove il seppellimento dei bambini non nati, ovvero dei feti abortiti, con la disponibilità dell’amministrazione comunale di Caserta di un apposito spazio nel cimitero cittadino. “La nostra è stata una scelta, prima di tutto di grande umanità e di natura cristiana.

D’altronde l’amministrazione comunale da me diretta non ha mai nascosto le vicinanze alla Chiesa”, dichiara il sindaco Del Gaudio, il quale critica duramente la posizione del sindacato Fp-Cgil Medici, per il quale “il provvedimento è solo una violenza psicologica sulle donne da firmare”. “Non voglio entrare – continua il sindaco – nel merito della tematica legata all’aborto, ma un bambino non nato non può essere assolutamente considerato un rifiuto ospedaliero e finire poi nei cosiddetti rifiuti speciali. Condivido in pieno le parole del vescovo Farina – rincara Del Gaudio – e ci tengo a sottolineare che, fare il sindaco, non significa solo alimentare le polemiche sterili, che qualche ex vicesindaco, solo ed esclusivamente per vezzo personale, decide di rendere pubbliche. Al contrario, credo che un amministratore debba occuparsi anche dei problemi che interessano la sfera dell’etica e, quindi, non solo tappare le buche o alludere a questo o quel comportamento, insinuando nel cittadino, sentimenti di odio e di astio nei confronti di chi fa politica nell’interesse collettivo. Infine, – conclude il sindaco Del Gaudio – ci tengo a rendere noto che la mia scelta di sposare l’iniziativa è stata dettata dal cuore e dialogando con alcune mamme che hanno visto il loro bambino morire nelle prime settimane di vita”.

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