“Aperitivo perBene” nelle Terre di Don Diana

di Raffaele De Biase

 CASAL DI PRINCIPE. Coltivazioni di frutta, ortaggi e, soprattutto, la cura quotidiana del concetto di legalità e di vivere insieme per il bene comune.

Si è svolta nella giornata dell’8 luglio, a Casal di Principe, presso la fattoria didattica dedicata ad Antonio Di Bona (contadino, vittima innocente di camorra), sotto un sole cocente che non ha smorzato per nulla l’interesse dei presenti, la manifestazione di solidarietà “Aperitivo perBene”, organizzata da Libera e dal Comitato “Don Peppe Diana” a sostegno degli operatori della cooperativa Eureka. I lavoratori della cooperativa, dopo aver subito intimidazioni personali per il lavoro intrapreso sul terreno confiscato, hanno visto, infatti, una ventina di giorni fa, danneggiato l’impianto di irrigazione che, per un particolare tipo di coltivazioni, soprattutto in questo periodo dell’anno, è indispensabile.Chiaro il messaggio: “Dovete andare via!”. Altrettanto chiara, però, la risposta da parte degli stessi operatori,come pure dei rappresentanti delle istituzioni presenti e di quell’associazionismo che svolge un ruolo cruciale per il risanamento morale e culturale del territorio: “Noi da queste terre non andiamo via perché sono nostre, sono di tutti”.

Ad aprire l’incontro è stato il referente provinciale di Libera, Valerio Taglione, che ha evidenziato come, negli ultimi tempi, si stiano registrando fenomeni preoccupanti quali il danneggiamento di cui sopra, la mancata volontà da parte di due amministrazioni comunali (Castel Volturno e Trentola Ducenta) di non proseguire alcune esperienze di riuso sociale dei beni confiscati, l’intimidazione di qualche operatore della carta stampata e, non ultima, la sospensione dei budget di cura destinati alle cooperative.

Proprio questo è stato il fulcro dell’intervento successivo di Mirella Letizia, coordinatrice degli operatori. “Avevamo messo in conto che la camorra avrebbe potuto crearci dei problemi per le attività che svolgiamo sui beni confiscati. Non avevamo messo in conto, però, che alcuni problemi potessero essere determinati da una parte delle istituzioni. Non consentendo l’erogazione dei budget di cura si impedisce lo svolgimento di tutte quelle attività che permettono al diversamente abile di operare in maniera costruttiva con gli altri sui beni confiscati. Noi riteniamo che questo sia un modo per far sentire i beni affidati come beni di tutti. Perciò abbiamo pensato di donare a ciascuno dei presenti una chiave in ricordo della giornata di oggi. Una chiave che simbolicamente rappresenta l’appartenenza a ciascuno di noi dei beni confiscati”.

La pratica dei budget di cura assegnati dalle Asl alle cooperative, a sostegno di persone diversamente abili, ha consentito sinora l’operatività di quel principio secondo cui la diversa abilità è concepita come una risorsa. Una metodica dove, in buona sostanza, terapia, assistenza e lavoro si integrano perfettamente, dando risultati importanti, oltre a garantire un risparmio economico. Ma, a quanto pare, la diserzione delle amministrazioni comunali a riunioni con l’Asl per l’erogazione di tali budget, avrebbe determinato lo stato di cose denunciato.

Anche la Onlus “La Forza del Silenzio”, che fornisce assistenza a bambini autistici presso l’abitazione confiscata a Francesco Schiavone, detto Sandokan, in via Bologna, a Casal di Principe, non sarebbe più in grado di svolgere la sua attività a causa di questa mancata erogazione. Il tratto saliente, invece, dell’intervento del referente regionale di Libera, Geppino Fiorenza, ha riguardato il pericolo di una recrudescenza dei fenomeni criminosi che, se non collegati ad una regia comune, danno, comunque,il segno di un’ insofferenza da parte dei camorristi. Da qui l’esigenza che “le istituzioni diano il segnale di una vicinanza e di un sostegno concreto”.

A seguire il procuratore aggiunto della Dda di Napoli, Federico Cafiero de Raho, che ha definito l’atto perpetrato ai danni di Eureka come gravissimo perché indicativo di una volontà, evidentemente mai sopita, di impedire il riuso sociale dei beni confiscati “attraverso modalità che riportano a stagioni in cui il controllo dei clan sul territorio era pressoché totale”. “Negli anni – ha sottolineato de Raho – sono stati ottenuti risultati ragguardevoli, importantissimi, ma proprio per questo a tali azioni criminose bisogna rispondere con una reazione globale ancora più forte. Per quanto concerne le amministrazioni comunali la competenza per valutare la correttezza del loro comportamento, investe, credo, in primo luogo la Prefettura. Per il resto noi preseguiremo incessantemente nell’azione intrapresa”.

Sulla stessa linea le parole del questore di Caserta, Guido Longo, che non ha mancato di lanciare il suo monito ai camorristi: “Non si illudessero, noi da qui non ce ne andremo. Resisteremo e combatteremo questi signori. E quando non ci saremo noi ci saranno altre persone a fare quello che facciamo noi. Statene certi”.

Che la reazione delle istituzioni non si sarebbe fatta attendere è stato il comune denominatore anche degli interventi di Antonio Amato, presidente della commissione regionale sui beni confiscati, che ha annunciato la prossima destinazione di altri beni alle cooperative, e di Immacolata Fedele, presidente del consorzio Agrorinasce, che ha previsto per la operativa Eureka l’assegnazione di altri terreni.

A seguire, poi, gli interventi delle parlamentari componenti della commissione antimafia, Teresa Armato e Luisa Bossa, e a chiudere quello di don Tonino Palmese, presidente regionale di Libera. Tutti nel segno di restare compatti e reagire di fronte ai tentativi della criminalità organizzata volti ad impedire forme virtuose di riuso sociale dei beni confiscati. La giornata si è conclusa con la degustazione dell’aperitivo organizzato dal ristorante Nco (Nuova cucina organizzata).

Presenti all’iniziativa di solidarietà, tra i rappresentanti delle forze dell’ordine, il comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Caserta, capitano Carmine Rosciano, e il vicequestore Alessandro Tocco, capo della sezione distaccata di Casal di Principe della squadra mobile di Caserta. A rappresentare la politica locale il consigliere comunale di opposizione, ex assessore, Antonio Corvino, raggiunto ad evento inoltrato dal neo vicesindaco Gianluca Natale e dal fratello di questi, Enrico Maria, consigliere comunale.

Altro dato da registrare la sostanziale assenza della società civile del posto, al di là della passione, del colore e della partecipazione di persone provenienti da tutt’Italia e che i comitati, da sempre attivi su questi temi, non fanno mai mancare. Evidentemente su questo terreno c’è ancora molto da lavorare.

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