Napoli, fondi antiusura per comprare immobili e opere d’arte

di Redazione

 NAPOLI. Invece di aiutare le vittime del racket e dell’usura, loro scopo ufficiale, utilizzavano ifondi regionali e stataliin lucrosi investimenti in immobili e opere d’arte.

600mila euro, messi a disposizione dalla Regione Campania e dal ministero dell’Economia, sottoforma di titoli depositati sui Monte dei Paschi di Siena e sul Banco di Napoli, nella disponibilità dell’ associazione antiusura Onis (Opera Nazionale Insieme per la Solidarietà) sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza di Napoli in esecuzione di un decreto urgente emesso dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Sezione Reati contro la Pubblica Amministrazione della Procura della Repubblica partenopea.

Posti sotto “sequestro equivalente” un immobile e un terreno, complessivamente del valore di oltre 480mila euro, intestati al presidente dell’associazione, e undici importanti d’opere d’arte, tra i quali quadri di De Chirico, Chagall e Guttuso, per un valore stimato in circa 400mila euro, trovate dalle Fiamme Gialle nella sua abitazione durante una perquisizione.

L’ipotesi di reato avanzata dalla Procura nei confronti dei componenti della Onis è truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Sulle opere d’arte sono in corso verifiche per stabilirne la provenienza.

Secondo quanto accertato dagli inquirenti, l’associazione, attraverso documenti falsi e con manomissioni contabili, era riuscita ad ottenere l’iscrizione nell’albo delle società antiracket e, quindi, anche l’accesso ai contributi pubblici il cui scopo era garantire finanziamenti da parte delle banche a soggetti aventi difficoltà d’accesso al credito. I fondi potevano anche essere utilizzati per la realizzazione di progetti di prevenzione, come seminari, conferenze, consulenze legali e psicologiche, attività che, è stato accertato, invece non erano state mai avviate.

Al centro delle indagini una serie di illeciti ai danni dello Stato e della Regione Campania nella gestione di fondi destinati alla prevenzione dell’usura e per aiutare le vittime dei reati d’estorsione. I fondi, infatti – secondo quanto viene sottolineato in una nota a firma del procuratore aggiunto della Repubblica Francesco Greco – venivano percepiti illegittimamente e poi utilizzati per finalità diverse da quelle per le quali erano destinati. Il danno quantificato dagli inquirenti, al momento, ammonta a circa 380mila euro.

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