Melania, richiesta di arresto per Salvatore Parolisi

di Redazione

Salvatore Parolisi e Melania ReaNAPOLI.Una richiesta di misura cautelare in carcere è stata emessa nei confronti di Salvatore Parolisi, marito e unico indagato per omicidio volontario aggravato di Melania Rea.

La richiesta della procura di Ascoli Piceno è ora all’esame del gip Carlo Calvaresi. La notizia di una richiesta d’arresto per Parolisi, che sarebbe stata depositata solo venerdì mattina, era nell’aria da giorni. A far decidere il pool della Procura, che coordina le indagini dei carabinieri, sarebbero state le risultanze degli accertamenti via via arrivati sul tavolo dei magistrati.

“Siamo sicuri del nostro lavoro – ha dichiarato fino a ieri il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Alessandro Patrizio – e abbiamo fotografato la situazione a Colle San Marco”. Il riferimento è alla presenza di Melania Rea sul pianoro ascolano, testimoniata dal solo Salvatore. Questo significa che la donna è stata portata direttamente, o è andata di propria volontà, nella pineta del Teramano in cui è stata trovata morta accoltellata.

Sulla richiesta dovrebbe aver pesato inoltre il pericolo di inquinamento delle prove, se non di fuga. Parolisi, infatti, avrebbe tenuto per gli inquirenti un comportamento ben strano. Il 19 aprile, il giorno dopo la scomparsa di Melania (che sarebbe stata ritrovata cadavere il 20), Salvatore avrebbe cancellato il suo profilo Facebook, dove interagiva con l’avatar “Vecio alpino”. Successivamente si è sbarazzato del cellulare “dedicato” con cui comunicava con Ludovica P., la soldatessa con cui aveva una relazione extraconiugale.

I legali di Parolisi, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, ritengono che “questa fuga di notizie, in un momento così delicato dell’inchiesta, è la riprova della gravità inaudita di comportamenti cui noi difensori ci troviamo a dover fra fronte impotenti. E’ mai possibile in un Paese civile leggere simili notizie, quando queste debbono essere protette dal più rigoroso segreto processuale? Quale è lo scopo perseguito da chi si affretta a divulgare atti processuali protetti dal segreto istruttorio? Il linciaggio morale nei confronti di Salvatore non ha fine. Alla luce di questo chiedono pubblicamente un’ispezione degli organi competenti del Ministero per accertare la responsabilità di queste fughe di notizie, vere o false che siano”.

Il caporalmaggiore dell’esercito italiano, che lunedì scorso era tornato a lavoro nella caserma “Clementi” di Ascoli Piceno, a capo del 235° Reggimento Piceno, è rientrato a Frattamaggiore (Napoli) ed ora si trova a casa dei suoi genitori. Nei giorni scorsi erano stati effettuati nuovi accertamenti scientifici su abiti e vestiti di Parolisi. L’attenzione degli esperti si è concentrata su alcuni capi di abbigliamento già sequestrati nelle prime fasi dell’inchiesta, ma anche e soprattutto su vestiario prelevato di recente, in particolare durante la perquisizione nella casa dei genitori del militare, a Frattamaggiore, in provincia di Napoli.

Gli investigatori sono alla ricerca di ulteriori indizi che possano aiutare a far luce sul delitto della 29enne di Somma Vesuviana, trovata massacrata con 32 coltellate il 20 aprile scorso nel Bosco delle Casermette, nel teramano, e scomparsa secondo il racconto del marito – non confermato da alcun testimone – il 18 aprile sul pianoro di Colle San Marco di Ascoli.

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