Ats: “Diamo una svolta all’urbanistica locale”

di Redazione

 ORTA DI ATELLA. L’associazione “Ats” con la presente, attraverso il suo presidente Salvatore Sorvillo, offre alcuni spunti sulla questione urbanistica locale.

Come abbiamo sempre scritto e ribadito, che il nostro attuale Prg è un ottimo piano regolatore solo che è stato mal interpretato, soprattutto da chi è venuto ad Orta con l’intenzione di creare il caos solo per restare un po’ di più su di una poltrona pagata profumatamente con i nostri soldi.

Al di là delle problematiche squisitamente tecnico-giuridiche, ovvero della registrazione di eventuali atti d’obbligo o convenzioni, le quali non spettavano certo ai singoli cittadini né tantomeno ai tecnici firmatari delle richieste edificatorie, rimane il fatto concreto che tra gli uffici pubblici è mancato il coordinamento nelle fasi salienti del rilascio dei titoli edificatori. Non vogliamo dare la colpa a nessuno, né ai politici precedenti né agli attuali, né ai tecnici incaricati dei rilasci dei titoli, sia precedenti né agli attuali, ma concretamente ora occorre dare una svolta significativa all’urbanistica locale. Nessuna fazione politica deve assolutamente rimarcare la sua estraneità al territorio poiché sia il grande intervento che il misero sottotetto sono inequivocabilmente atti urbanistici che oggi assumono la stessa valenza, soprattutto chi ha avuto in passato il rilascio delle varie sanatorie ai sensi della 47/85 e della 724/94 non può esimersi da dare una mano collegiale per risolvere il problema urbanistico.

Accertato ciò, alla base di ogni futuro discorso, sembra doveroso intervenire con piccoli suggerimenti sulla questione urbanistica, partendo dal attuale Prg si dovrebbe in primo luogo verificare la possibilità di estrapolare i cosiddetti volumi tecnici. Sembra assurdo che molteplici Comuni non considerino volume la cubatura di una scala. Purtroppo ad Orta sì. Eliminare magari l’assurda dicitura del lotto minimo che dovrebbe sussistere solo per le lottizzazioni di grandi aree ma che per i lotti inseriti in contesti edificati non può vincolare il diritto ad edificare.

Per gli standard urbanistici il piano regolatore attuale è molto chiaro e secondo noi non dà adito ad interpretazioni. Solo che, non essendo stati rinnovati i vincoli, attualmente quelle aree sono da considerarsi zone bianche e quindi suggeriremo di verificare la possibilità di aumentarne le quantità in un nuovo piano. Ora arriviamo alle dolenti note, ovvero quelle aree che sono state stravolte da interventi con regolare titolo abilitativo ma che non hanno avuto un seguito dei lavori pubblici e delle opere di urbanizzazione che dovevano essere concordate.

Suggeriamo di effettuare una perequazione urbanistica che controlli e verifichi il territorio a trecentosessanta gradi, ovvero che individui la possibilità di integrazione delle zone con ambigue o amorfe, con l’intero tessuto urbano. Forse un semplice studio popolazione/territorio potrebbe portare ad una soluzione semplice. Ricordiamo che abbiamo un territorio di 10,4 chilometri quadrati con un edificato di appena 1.8 chilometro quadrato, ovvero meno dell’intero comune limitrofo di Frattaminore.

Non vogliamo elevarci a risolutori del problema, ma un eventuale studio di un Prg di assestamento, affidato ad un ente universitario, con l’avallo di organi preposti, potrebbe essere un’inequivocabile garanzia di tutte le espressioni politiche locali, e potrebbe potare ad un vero piano urbanistico di riqualificazione. Magari l’intento sarebbe quello di giungere ad un piano proiettato al futuro breve che ponga le urbanizzazioni ed i lavori pubblici alla base, e nel contempo individuando Rup che dovrebbero assumersi le responsabilità penali e legali di eventuali fallimenti, ovvero con un piano triennale di opere pubbliche che lavori a braccetto per e con il futuro assetto territoriale, e che non sia solo una valvola di sfogo per incarichi inutili e dispendiosi.

Inoltre, si suggeriscono due piccole idee, la prima già sponsorizzata durante l’ex amministrazione Del Prete, ovvero quella dell’istituzione dell’ufficio antiabusivismo edilizio con un vigile ed un tecnico con pieni poteri ed in autonomia gestionale, e la seconda di un ufficio legale dedicato solo all’area urbanistica con un avvocato specializzato in diritto urbanistico, che sia da supporto alle attività da svolgere, e che dia indirizzi legali e giuridici.

Crediamo che, in tal modo, potremo iniziare una nuova era urbanistica locale. Inoltre, visto che molti immobili sono attualmente in corso di costruzione, perche non si prevede la possibilità di decentrare la caserma dei Carabinieri, restituendo la struttura attuale alla sua destinazione di scuola, e conferendo le forze dell’ordine in un’area con tutti i comfort e con tutti i crismi necessari ad una vera caserma? Poi la creazione di una piscina e di un parco a tema potrebbero essere un’ulteriore idea di riqualificazione, magari pian piano arrivare ad avere un altro istituto superiore ed il tanto agognato teatro.

L’idea l’abbiamo lanciata, e ci stiamo lavorando, ma soprattutto stiamo cercando di giungere ad un tavolo unico ed allargato di discussione, cercando di non assoggettarlo alla politica ma cercando di renderlo solo ed esclusivamente terreno dei cittadini ortesi di qualsiasi età, razza, estrazione sociale e sesso, sperando che per una volta la politica lasci il posto alle idee ed alla voce del popolo. Siamo pronti a garantire in prima persona tutto il nostro impegno a risollevare le sorti del paese. Vediamo se gli altri lo sono.

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