Rumors su riforma fisco: tre aliquote Irpef e innalzamento Iva dell’1%

di Redazione

Giulio TremontiROMA. Tre aliquote Irpef – al 20, 30 e 40% – e innalzamento dell’Iva di un punto per le aliquote più alte (10 e 20%).

Sono queste alcune delle grandi novità contenute nella bozza di riforma fiscale allo studio del governo, secondo quanto appreso dall’Agenzia Ansa. Nel documento di riforma – appena tre paginette – viene anche prevista l’abolizione dell’Irap a partire dal 2014 e la soppressione dell’Ice, l’Istituto per il commercio estero.

“Penso che giovedì il Consiglio dei ministri prenderà una decisione collettiva sulla manovra”. Lo afferma il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, aggiungendo che “ci sarà probabilmente una delega alla riforma fiscale”. “E’ una manovra particolarmente complessa e articolata”. “Ci saranno – ha aggiunto Romani – anche altri provvedimenti: ne stiamo discutendo e stiamo lavorando proprio in questi giorni”.

Mentre sulle critiche rifilate a Tremonti dal sottosegretario Guido Crosetto, che ha parlato di “manovra da psichiatria”, Romani commenta:”Crosetto è un amico ha forse segnalato un malessere”. Crosetto “ha parlato ovviamente a titolo personale” aggiunge Romani, secondo il quale “c’é sempre un po’ di discussione su una manovra, soprattutto su questa che è particolarmente complessa”, conclude il ministro.

TITOLI STATO IN DIFFICOLTA’, NUOVO RECORD STORICO SPREAD. Un segnale negativo per l’economia italiana. Nuovo record storico per il premio di rendimento pagato dai titoli decennali italiani rispetto al bund tedesco. Lo “spread” ha raggiunto i 222 punti base guadagnando otto punti rispetto a venerdì.Il differenziale tra i titoli di stato italiani a lungo termine e gli equivalenti tedeschi resta il miglior indicatore del grado di rischio del nostro Paese all’interno dell’Eurozona. In teoria infatti avendo tutti i 17 Paesi dell’area euro la stessa moneta non dovrebbero esistere differenze di rendimento dei titoli di Stato di un Paese rispetto all’altro. Come invece accadeva prima dell’introduzione dell’euro i mercati rilevano comunque differenze significative sull’andamento delle economie dei singoli Paesi europei che si traducono nella necessità per i Paesi considerati più a rischio crisi di aumentare il rendimento dei propri titoli per mantenerne l’appetibilità. Sullo sfondo restano i nodi della crisi greca, che continua a mantenere una certa pressione sui titoli dei paesi periferici. “L’Uscita della Grecia dall’eurozona non è la strada giusta” nè per la Germania, nè per l’Unione europea ha ribadito in proposito il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibret. “Troveremo una strada per far sì che la Grecia possa riacquisire, nel medio termine, un’economia solida e competitiva. – ha commentato il portavoce – Questo sarà fatto attraverso un nuovo programma che prevede anche un profondo piano di privatizzazioni”.

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