Referendum nucleare, Sì della Corte Costituzionale

di Redazione

 ROMA. Con una decisione unanime la Corte costituzionale ha deciso di considerare ammissibile il nuovo quesito referendario sul nucleare riformulato dalla Cassazione dopo le modifiche contenute nel Dl omnibus.

Lo si apprende da fonti vicine alla Consulta. La decisione era stata in qualche modo anticipata dal neo presidente della Corte, Alfonso Quaranta, che lunedì a pochi minuti dalla sua nomina aveva spiegato che a suo parere i giudici costituzionali non avrebbero potuto bloccare il quesito. La camera di consiglio è durata circa tre ore, la prima delle quali dedicata all’audizione delle parti costituite nel giudizio di ammissibilità sul nuovo quesito. I referendari hanno sostenuto che alla Consulta spettasse solo decidere se il quesito «firmato» dalla Cassazione rispondesse ai requisiti di costituzionalità. Quindi in teoria avrebbe potuto dichiarare inammissibile il quesito (un caso senza precedenti, che probabilmente avrebbe costretto la Cassazione a modificarlo) ma non annullare la consultazione referendaria. L’Avvocatura dello Stato, su incarico del Governo, ha viceversa sostenuto, secondo quanto hanno riferito i legali dei referendari, che ‘l’ambiguità’ del quesito avrebbe dovuto condurre a uno stop al voto popolare.

Il quesito referendario sul nucleare, così come riformulato dalla Cassazione a seguito delle nuove norme introdotte dal dl omnibus, è “connotato da una matrice razionalmente unitaria e possiede i necessari requisiti di chiarezza, omogeneità ed univocità” si legge nella sentenza n. 174 depositata nella cancelleria della Consulta. Il quesito, infatti, secondo la Corte “mira a realizzare un effetto di mera ablazione della nuova disciplina, in vista del chiaro ed univoco risultato normativo di non consentire l’inclusione dell’energia nucleare fra le forme di produzione energetica”.

COMITATO SODDISFATTO.“Dalla Consulta arriva l’ennesimo e definitivo stop alle pretese di un governo che con una mano lascia libertà di voto e con l’altra cerca con ogni mezzo di sabotare il referendum. Ora la parola passa ai cittadini – dicono in una nota le oltre 80 associazioni del Comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’ – Dopo i dubbi strumentali avanzati dai nuclearisti sul nuovo quesito oggi si compie un altro decisivo passo verso il quorum: adesso pretendiamo che l’informazione pubblica e quella privata facciano sapere ai cittadini che domenica e lunedì, coi quesiti su acqua e nucleare, si decide della loro sicurezza e del loro futuro”.

LE REAZIONI.La prima reazione di un leader politico è quella di Antonio Di Pietro: “Dopo quest’ultima lezione giuridica e di civiltà, ci auguriamo che il governo la smetta di frapporre bastoni tra le ruote del referendum sul nucleare. – ha detto il numero uno dell’Idv – Ricordiamo che votare è un diritto e un dovere dei cittadini previsto dalla Costituzione. Lasciamo, quindi, che siano loro a decidere sul proprio futuro, specie su una materia così delicata, come quella della costruzione di centrali nucleari sul nostro territorio, che interessa tutti i cittadini, anche coloro che hanno votato, e ancora vogliono votare, a favore di questo governo”. Per il Pd ha invece parlato Stella Bianchi, responsabile Ambiente del partito: “Il governo le ha provate tutte per sfuggire ai referendum ma la Cassazione prima e la Corte Costituzionale all’unanimità ora hanno riaffermato il diritto di voto dei cittadini. Non è più tempo di trucchi ora è il momento di aumentare gli spazi di informazione sui referendum e di ascoltare i cittadini. Per noi la scelta è chiara: sì per fermare il nucleare, per difendere l’acqua pubblica, per affermare una giustizia uguale per tutti”. Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, aggiunge: “A poche ore dall’apertura dei seggi è stato fermato l’ultimo tentativo del governo di sabotare il referendum sul nucleare. Ora tutti noi dobbiamo utilizzare queste ore per realizzare una straordinaria mobilitazione di popolo a sostegno dei referendum”.

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