Nucleare, Berlusconi: “Referendum inutile, norme già abrogate”

di Redazione

Silvio BerlusconiROMA. L’esito del referendum “non ha nulla a che vedere con il governo, se i cittadini non vorranno il nucleare, noi ne prenderemo atto”.

Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in collegamento telefonico con la trasmissione Mattino 5. Il premier, che ribadisce la linea della “libertà di scelta” agli elettori, definisce quello sul nucleare un voto “inutile” perché avviene su un quesito il cui oggetto, la localizzazione delle centrali, era disciplinato da norme che “sono già state abrogate” (anche se la Cassazione ha in realtà riformulato il quesito). L’esecutivo, comunque, dice il premier, “si astiene” dal dare indicazioni.

Berlusconi torna poi ad analizzare il voto amministrativo e a indicare le cause della sconfitta tra le quali la congiuntura internazionale, con i governi che “pagano dazio” per la crisi globale e le sue ripercussioni sulle singole economie nazionali, ma anche le strategie interne. “Riconosciamo la sconfitta – spiega il presidente del Consiglio – l’abbiamo fatto nel ’96, a seguito del ribaltone propiziato da Scalfaro, l’abbiamo fatto nel 2006, quando siamo stati battuti per 25mila voti dai brogli della sinistra”.

“Ora – riconosce – abbiamo subito un gol ma secondo me continuiamo a vincere, a condurre direi, per quattro a uno. E’ capitato anche a noi quello che è successo agli altri nelle cosiddette elezioni di medio termine, come in Germania, Francia e Stati Uniti, dove addirittura i governi hanno perso la maggioranza nei Parlamenti e le cause sono in parte le stesse degli altri Paesi, cioè che il governo che paga dazio per lo scontento verso il governo in carica provocato dalla crisi mondiale”. “Da noi – aggiunge – ha pesato anche la scelta di alcuni candidati, e la tenaglia tremenda informativa contro di noi”. Senza contare che “molti moderati, disgustati da questa politica, hanno scelto di non votare”.

Da Berlusconi poi una stoccata in particolare al nuovo sindaco di Napoli De Magistris: “A Napoli ha votato la metà degli aventi diritto. Il nuovo sindaco e’ stato eletto con il voto di appena 33 elettori su 100”.

Riguardo poi alla crisi interna al Pdl e alla cosiddetta balcanizzazione del partito, con la divisione in correnti, per il premier: “sono tutte invenzioni dei giornali, al nostro interno c’è grandissima, grandissima coesione: non sappiamo più cosa fare” con i giornali, perché “riportano frasi tra virgolette che non solo non abbiamo mai detto, ma nemmeno pensato. C’e’ veramente un degrado dell’informazione che si e’ trasformata in vera e propria disinformazione contro di noi”.

E a proposito dell’ipotesi delle primarie anche all’interno del Pdl, avanzata anche dal quotidiano ‘Libero’,diretto proprio da Belpietro: “Io non sono contrario, purché si arrivi ad essere certi che i votanti siano dei veri sostenitori del nostro partito e non magari degli infiltrati della sinistra”, ha detto il premier. Devono essere quindi iscritti? gli chiede Maurizio Belpietro. “Sì, – risponde il Cavaliere – una sorta di registro di coloro che vogliono partecipare alle primarie”.

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