Batterio killer, Ue valuta risarcimento per agricoltori

di Redazione

 ROMA.I primi test di laboratorio in Germania hanno assolto i germogli di soia dall’accusa di essere responsabili del batterio killer che ha portato alla grave epidemia di e.coli.

Lo hanno riferito fonti ufficiali in base alle analisi effettuate su 23 dei 40 campioni presi in esame. Sono risultati negativi, inoltre, anche altri otto test realizzati ad Amburgo. “La ricerca della fonte dell’epidemia si sta dimostrando molto difficile – ha detto il ministro dell’Agricoltura della Bassa Sassonia – anche perché sono già passate diverse settimane dallo scoppio dell’epidemia”. Il ministro prevede che i risultati di tutti i test non si conosceranno in tempi brevi. I risultati dei test, specificano le autorità, non significano comunque che la nuova pista venga completamente scartata. ll governo tedesco, in ogni caso, continua a sconsigliare i consumi di germogli di soia, di pomodori, di insalata e di cetrioli.

Le autorità sanitarie tedesche stanno esaminando anche un possibile collegamento con la Cina per accertare la fonte dell’epidemia: lo scrive oggi il tabloid Bild nella sua edizione online. Il giornale riporta che le confezioni di germogli di soia misti commercializzate dall’azienda della Bassa Sassonia sotto accusa contenevano anche germogli che sarebbero stati importati dalla Cina.

Aumentano intanto in Europa i casi di infezione da variante dell’E.coli (Ehec) e della complicanza più temuta, la sindrome emolitica uremica (Seu). Secondo l’ultimo bollettino diffuso oggi dall’Ecdc (European Center for Disease Prevention and Control), le infezioni sono arrivate rispettivamente a 1.672 e 661 casi, con 22 morti. Tutti i decessi, tranne uno in Svezia, sono stati registrati finora in Germania. “La gran maggioranza delle infezioni ha colpito pazienti adulti, e in oltre due terzi dei casi si tratta di donne” scrivono gli esperti. I Paesi coinvolti al momento sono 12 – Austria, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Olanda, Norvegia, Polonia, Spagna, Svezia e Gb – «ma la maggioranza dei pazienti è tedesca o ha viaggiato nel nord della Germania». Qui i numeri delle infezioni sono arrivati a 630 casi di Seu (con 15 morti) e 1.601 di Ehec (con 6 morti).

Si terrà martedì a Lussemburgo il Consiglio straordinario dei ministri dell’Agricoltura della Ue che esaminerà tutti gli aspetti e le conseguenze della contaminazione dal batterio killer e.coli che finora ha provocato 22 morti in Europa, 21 dei quali in Germania. Il Consiglio farà nuovamente il punto sia sulla gestione sanitaria dell’emergenza, alla luce dei risultati del Consiglio dei ministri della Sanità in corso oggi a Lussemburgo (al quale partecipa il ministro Fazio), sia sotto il profilo della gestione dei mercati agricoli, nel caso specifico gli ortofrutticoli.

Il commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos dovrebbe poter anche chiarire se, dal punto di vista della legislazione europea, è possibile far scattare per il settore la speciale clausola d’urgenza in caso di catastrofi naturali, prevista ad esempio per i cereali, ma non per gli ortofrutticoli. La sessione ministeriale permetterà di avere quindi un quadro globale anche sulle perdite che stanno subendo i produttori e gli operatori europei. Inoltre, come preannunciato dalle autorità spagnole, si parlerà anche di compensazioni per i danni subiti causati – secondo Madrid – dagli errori di comunicazione della Germania nella gestione della crisi. La Commissione Ue ha infatti intenzione di proporre «compensazioni» finanziarie per aiutare i produttori di vegetali e frutta colpiti dall’allerta sul batterio killer. Lo ha annunciato un portavoce dell’esecutivo europeo.

La Commissione Ue non ha per ora lanciato una “specifica allerta europea” sui germogli di soia (che erano stati indicati dalle autorità tedesche come fonti del batterio e.coli) in quanto il prodotto è stato individuato “in un’azienda tedesca identificata e precisa» e non viene esportato fuori dai confini della Germania”. Lo ha detto la portavoce della Commissione Ue, Pia Ahrenkilde Hansen: “La Commissione Ue prende atto dell’annuncio della Germania, secondo il quale i germogli di soia provengono da una azienda specifica e identificata”. Sette esperti europei sono arrivati ieri a Berlino ieri per “assistere” le autorità tedesche nell’investigazione in corso. “L’obiettivo è di verificare e consolidare i risultati” ha affermato la portavoce.

Ad Amburgo situazione più distesa. La diffusione dell’epidemia di e.coli ad Amburgo mostra una lieve distensione: lo ha detto oggi il ministro della Sanità della città-Land, Cornelia Pruefer-Storcks, sulla base dei ricoveri avvenuti negli ultimi due giorni. «Il numero di persone malate ci dà motivo di sperare che la situazione si sia un po’ rilassata» ha osservato il ministro, rilevando che – alle ore 11 di oggi – i casi di Escherichia Coli Enteroemorragica (Ehec) sono 770 (tra accertati e presunti), 79 in più rispetto alle precedenti 48 ore. I casi della più grave sindrome emolitica uremica (seu), ha aggiunto, sono 151, sei in più rispetto a sabato.

Di conferme ufficiali sulle cause del batterio killer al momento non ce ne sono, ma il ministro per la Salute, Ferruccio Fazio, al suo arrivo oggi a Lussemburgo per il Consiglio dei ministri della Salute della Ue, tiene a sottolineare l’importanza di non focalizzare le ricerche solo sui singoli prodotti. “Insisto sul fatto – ha sottolineato Fazio – che, al di là di focalizzarsi su quelli che sono i singoli vegetali, poiché si tratta di situazioni locali, conviene fare un approfondimento e, come chiedono i nostri tavoli tecnici, fare una focalizzazione su quelle che sono le condizioni non solo di produzione, ma anche di confezionamento”. Secondo il ministro “potrebbe – non dico dovrebbe – anche essere una situazione trasversale, visto che sono stati ormai coinvolti cetrioli, insalate, germogli di soia”. Ai cronisti che chiedevano se ritenesse necessario modificare il sistema europeo di allarme alimentare, in caso di contaminazioni, Fazio ha risposto: “Nel momento in cui avvengono delle criticità, i sistemi vanno esaminati e poi, se si trovano lacune, vanno messi a regime”.

“La crisi dovuta all’epidemia del batterio e.coli è stata gestita male – ha detto il ministro della salute spagnola Leire Pajin – provocando seri danni ai produttori di frutta e verdura spagnoli, per questo Madrid ha intenzione di chiedere i danni. Vogliamo esprimere il nostro scontento per come è stata gestita la crisi, che ha danneggiato gli interessi del nostro Paese, per questo vogliamo certamente chiedere una compensazione per i seri ed irreparabili danni che la Spagna ha sofferto”.

Leire Pajin ha detto con forza, oggi a Lussemburgo, che il sistema europeo di allerta rapida per le contaminazioni alimentari deve essere attivato solo quando c’è la certezza che il prodotto in questione sia la causa effettiva del contagio. Madrid vuole avere la sicurezza che non si ripeta quanto è avvenuto in Germania, con i cetrioli spagnoli, nel caso del batterio killeri. Anche in questo senso la Spagna chiede una revisione del meccanismo di allerta rapida europeo per le urgenze alimentari.

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