CASAL DI PRINCIPE. Il sindaco Pasquale Martinelli interviene sulla vicenda del pescheto sorto su un terreno confiscato alla camorra che la notte scorsa è stato sabotato da ignoti che hanno sigillato i pozzi dellacqua.
E storia della notte scorsa un pescheto, un terreno confiscato alla camorra e gestito da una Cooperativa sociale antimafia è stato sabotato. Tutti concordano nel sostenere che è la camorra che torna a farsi violenta, tutti si dicono convinti che lattacco della criminalità organizzata è diretto contro il riutilizzo dei beni confiscati: sono daccordo. E, nel mentre rivolgo la più forte solidarietà, mia personale e dellintera amministrazione comunale e della cittadinanza, ai ragazzi della Cooperativa Sociale che gestiscono quel terreno, esprimo un duplice auspicio: che tutti insieme, istituzioni e società civile, si condanni ‘senza se e senza ma’ il tentativo ignobile della criminalità di recuperare il potere perduto in questi ultimi anni; che le autorità competenti e le forze dellOrdine possano presto assicurare alla legge gli effettivi esecutori di tali atti intimidatori.
Tanto premesso, è inutile, una volta di più, tirare per la giacchetta il sindaco di Casal di Principe. Il mio impegno per la legalità è ormai risaputo: è arcinoto il mio impegno a favore del riutilizzo dei beni confiscati, è nota la mia quotidiana e fattiva collaborazione con il consorzio Agrorinasce che è un baluardo della legalità in questo territorio e braccio operativo del Ministero degli Interni; è nota uninnovazione di cui mi fregio: essere stato tra i primi sindaci a conferire ad un assessorato la specifica delega per i beni confiscati. Chi voglia seguire un poco le attività del mio comune può benissimo rendersi conto della veridicità di quanto appena dichiarato.
Certo, essere il primo cittadino casalese significa anche – come è accaduto in questa contingenza – essere sempre e comune additato come il primo colpevole di qualsiasi accadimento, perché appunto sindaco del regno del male così come costruito sui luoghi comuni; qui, anche il ritardo nel dichiarare solidarietà diventa una colpa; si è colpevoli per il solo fatto di essere cittadini casalesi. Così accade che la deputata del Pd PinaPicierno spari subito, e più volte ad alzo zero, contro listituzione comunale di Casal di Principe, senza informarsi di quanto da questa compiuto: così la nostra solidarietà al collega e concittadino Renato Natale è addirittura ignorata (e – cosa ancor più straordinaria – non cè stato nessuno che glielo abbia ricordato), e colpevolmente ignorati sono tutti gli atti compiuti dallamministrazione casalese in questi ultimi anni a favore dei beni confiscati.
Non è minimamente conosciuto o viene colpevolmente dimenticato il mio impegno a valorizzare e incrementare il riutilizzo dei beni confiscati, ad utilizzare molti di essi come scuole, ad utilizzarli come centri a finalità sociali, a farli diventare lemblema di un paese che, nonostante tutto, vuole cambiare. Allora io chiedo allon. Picierno, valente parlamentare del territorio, di seguire attentamente quanto è stato fatto, e la invito senza per questo voler mancare di rispetto al suo ruolo istituzionale e alla sua persona, a venire in loco e discuterne, documentarsi, confrontarsi.
A tale proposito, mi sovviene dinformare lon. Picierno che, nellultima recente seduta consiliare di sabato 18 giugno, abbiamo stabilito di fissare unapposita seduta consiliare sul tema della legalità e contro le intimidazioni rivolte a Renato Natale e al collega consigliere Antonio Corvino: potrebbe essere quella loccasione migliore per confrontarsi e offrire allonorevole (e agli altri che lo desiderassero) la migliore informazione.
Faccio notare, inoltre, a tutti coloro che in queste ore inondano di dichiarazioni media e giornali, che questo comune combatte suo malgrado una battaglia davvero impari: resta da sempre sulla graticola delle accuse e, quandanche brilla per qualche iniziativa, beh, spesso, quella stessa iniziativa devessere molto gridata per essere un poco ascoltata, altrimenti viene sepolta sul nascere. Le istituzioni hanno il dovere di affermare la legalità ma hanno anche il diritto, come nel nostro caso, di essere valutate attentamente e di non essere gettate nel tritacarne mediatico e accusatorio sempre e comunque. Solo negli ultimi due mesi abbiamo realizzato almeno quattro iniziative sulla legalità.
Personalmente, ho ricordato con parole forti linsegnamento e lesempio del compianto don Peppino Diana; ho parlato di lavoro nella legalità; di possibilità dimpresa per i nostri giovani universitari; mi sono commosso nel vedere dei bambini autistici, appartenenti ad una comunità ospite di un bene confiscato, recarsi in Chiesa, a prendere la prima comunione.
Ma basta un terribile ed esecrabile gesto dintimidazione camorristica, perpetrato in questo territorio, per farci ripiombare nella maledizione di sempre: benedetti maledetti casalesi. Un politico di grande fama era solito dire: ‘Cè sempre un puro più puro che ti epura’. Non cè bisogno di commentare questa frase. Significa che il nostro impegno non può e non deve consistere nel gareggiare a chi è più puro, a chi lotta di più; altrimenti ci sarà sempre qualcuno che ci epura: e così anche un amministratore dotato di buona volontà e di impegno per la legalità, rischia di finire emarginato; e lemarginazione di un buon amministratore, come di un giudice e di una qualsiasi istituzione che lavora per la legalità, è il dono più facile e più gratuito che si possa fare proprio a chi ora cintimidisce e a chi noi vogliamo sconfiggere: la camorra.
Evitiamo, perciò, di buttarci addosso la croce, sappiamo far blocco tutti insieme contro l’illegalità e, per una volta, sforziamoci di pensare che anche questo paese, anche la stragrande maggioranza dei cittadini casalesi, vuole poter dire il suo no forte alla camorra.