Rifiuti, a Napoli aumentano patologie respiratorie tra i bambini

di Redazione

 NAPOLI. Dati ufficiali che attestino un aumento di patologie a Napoli a causa dell’emergenza rifiuti, ad oggi, non ve ne sono.

Ma un primo campanello d’allarme arriva dalla rete dei pediatri: nell’ultimo mese, da quando cioè la situazione dei rifiuti abbandonati per le strade si è aggravata, affermano i medici, si è registrato un aumento del 10-20% delle patologie respiratorie tra i bambini. E la causa, è l’allarme lanciato dagli specialisti, è da ricercarsi nei roghi di immondizia che, fortemente tossici, continuano ad essere segnalati anche in queste ore. “Da circa un anno – spiega il presidente della Federazione italiana pediatri (Fimp) Giuseppe Mele – la rete dei pediatri a Napoli ha avviato un monitoraggio per verificare l’eventuale aumento di patologie pediatriche in relazione alla questione rifiuti”. Sotto i riflettori degli specialisti, vi sono innanzitutto le patologie di tipo oncologico: “Per questo tipo di patologie, così come per quelle gastrointestinali – precisa Mele – non è stato riscontrato un aumento significativo dell’incidenza rispetto al resto del territorio nazionale”.

AUMENTO DI ASMA E TOSSE.I dati cambiano, invece, per quanto riguarda le malattie respiratorie: “Nell’ultimo periodo si è riscontrato – sottolinea – un aumento percentuale significativo di disturbi quali asma, tosse, faringiti e bronchiti asmatiche nei bambini, soprattutto in quelli più predisposti come, ad esempio, i bambini allergici”. Un aumento dell’incidenza delle patologie respiratorie le cui causa non è, ovviamente, imputabile al freddo della stagione invernale: “La causa – avverte Mele – è da ricercarsi nei roghi di rifiuti che continuano a verificarsi e che sono molto tossici per le sostanze, come la diossina, che vengono prodotte a seguito della combustione della plastica”. I primi a pagare le conseguenze dell’emergenza rifiuti a Napoli sono, dunque, i bambini. E nell’attesa che la situazione torni, si spera, alla normalità, dai pediatri arriva un consiglio: “Ovviamente, è fondamentale tenere i bambini lontani dai roghi di immondizia ed è importante, soprattutto in questa situazione – sottolinea Mele – cercare di portarli a mare il più possibile, poiché l’esposizione all’aria e all’acqua marina può ridurre gli effetti di tali disturbi”.

CONSUMARE CIBI BEN COTTI.Altro consiglio è quello di consumare cibi ben cotti: “Con l’aumento delle temperature in questi giorni, infatti – avverte il pediatra – prevediamo in generale un aumento dei disturbi gastrointestinali nei bambini, anche se non collegabili per il momento all’emergenza rifiuti”. E non solo i pediatri si sono attivati per monitorare l’evolversi dell’emergenza. Anche i medici di famiglia, spiega il segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) Giacomo Milillo, “hanno attivato sul territorio napoletano un monitoraggio in particolare su tre tipi di patologie: le malattie della pelle e quelle respiratorie, suscettibili di un aumento dell’incidenza a causa dei roghi di immondizia, e le patologie gastrointestinali, eventualmente collegabili a infezioni batteriche da rifiuti”. Per il momento, “nella popolazione adulta – afferma Milillo – non sono stati riscontrati dati epidemiologici significativi”. Ma il prevedibile aumento delle temperature nei prossimi giorni, conclude l’esperto, “è sicuramente un fattore di rischio in più, perchè il caldo facilita la fermentazione dei rifiuti per strada e la proliferazione dei batteri patogeni”.

CONTINUA RACCOLTA STRAORDINARIA. Intanto la raccolta straordinaria 24 ore su 24 iniziata con la firma dell’ordinanza del sindaco Luigi De Magistris sta facendo diminuire, se pure lentamente, la giacenza di immondizia a Napoli. Anche se la situazione è diversa zona per zona, e i cumuli di rifiuti non risparmiano nemmeno il centro cittadino e le strade dello shopping, secondo le stime di Asia, azienda a totale partecipazione del Comune che gestisce la raccolta, a terra ci sarebbero 1.720 tonnellate da recuperare. Molto pesante invece la situazione nell’hinterland napoletano, soprattutto nell’area flegrea.
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