Berlusconi: “Non potevamo dare Carfagna alla camorra”. Lettieri: “Si ritiri”

di Redazione

Mara CarfagnaGianni LettieriNAPOLI. “C’era solo una scelta che potevamo fare diversa a Napoli: Mara Carfagna. Avrebbe vinto, ma non abbiamo avuto il cuore di consegnarla alla camorra”.

Parole di Silvio Berlusconi che hanno scatenato un terremoto politico. Un chiaro tentativo di “scaricare” il candidato del centrodestraGianni Lettieri,ma che allo stesso tempo ha suscitato indignazione a Napoli, come ha sottolineato il nuovo sindaco Luigi De Magistris: “Il premier ritiene che chiunque faccia il sindaco a Napoli finisca nelle mani della camorra. Vi sarebbe finito anche Lettieri?”, ha commentato l’ex pm a Ballarò. Dal Pd, Umberto Ranieri si è chiesto:”Berlusconi a chi si riferisce? Al suo partito in Campania e a Napoli?”, facendo un riferimento alle vicende giudiziarie del coordinatore campano del Pdl Nicola Cosentino.Da Andrea Orlando, commissario locale del Pd,una ironica “solidarietà al povero Lettieri, sacrificato alle forze del male”.

“MIE PAROLE STRUMENTALIZZATE”. Poi Berlusconi ha corretto il rito: “Le mie parole sono state strumentalizzate. Volevo semplicemente dire che avevamo deciso di non impegnare un giovane ministro con molto appeal elettorale ma alla prima esperienza amministrativa in una trincea, esposta agli attacchi della camorra come quella napoletana”.

LETTIERI: “BERLUSCONI FACCIA PASSO INDIETRO”. Ma ormai la “frittata” era fatta, e non si è fatta attendere la reazione di Gianni Lettieri che, in un’intervista a Corriere e Mattino,ha messo addirittura in discussione il ruolo di Berlusconi: “Il premier dovrebbe fare un passo indietro. Una stagione è finita e si dovrebbe provare a guidare una transizione: deve cercare una persona vicino a lui, di alto profilo istituzionale, che vada bene a tutti in grado di traghettare il Paese alle elezioni, fra due anni”. Quanto alle polemiche locali, ha parlato su Napoli Est di “patto di ferro tra De Magistris, Pasquino e D’Amato”. Su Cosentino, ha aggiunto: “È stato condannato un uomo non ancora giudicato: grazie a Verdini per l’autonomia che mi ha dato”.

COSENTINO: “LETTIERI NON ERA MIO CANDIDATO”. Da parte sua, Cosentinorespinge ogni accusa di sue responsabilità per la sconfitta elettorale:”Non ci penso proprio a dimettermi – dice l’ex sottosegretario in un’intervista a Il Giornale – perché le cose qui non sono andate poi così male. Da quando guido il Pdl in Campania abbiamo preso la Regione, governiamo oltre 200 comuni e 4 province su 5, pure Caserta è nostra. Perdere Napoli ci può stare. E poi non capisco: c’è qualcuno che ha chiesto un mio passo indietro?”. Poi sottolinea: “Lettieri non è assolutamente una mia creatura, non l’ho imposto io e anzi, per certi versi, l’ho pure subìto. Quella di candidare Lettieri – spiega Cosentino – è stata una decisione del partito che da buon soldato ho condiviso e alla cui causa mi sono dedicato facendo campagna elettorale a tempo pieno a differenza di qualcuo che s’è visto solo perché interpellato per un’intervista. Già quando si parlò di Lettieri candidato per la Regione espressi delle riserve. E’ una bravissima persona, ma pensavo più a gente del territorio, espressione della politica napoletana, come Martusciello o Taglialatela. Per De Magistris sarebbe stata più dura”.

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