Via Cupa Scoppa, Asl ai residenti: “Non c’è rischio amianto”

di Antonio Arduino

 AVERSA. Sono almeno duecento i siti in città in cui è possibile ritrovare dell’amianto ma ad Aversa il rischio amianto non c’è.

E’ quanto tiene a comunicare il dipartimento di prevenzione del distretto sanitario di Aversa chiamato in causa da un esposto dei residenti di via Cupa Scoppa, preoccupati per la presenza di coperture sospette presenti sui alcuni dei tetti delle abitazioni dell’arteria che collega piazza Savignano a viale Kennedy e della vicina via Piave. “Basta affacciarsi dal balcone di casa mia per vedere le lastre di eternit sul tetto degli appartamenti posti più in basso” aveva affermato uno dei firmatari dell’esposto mostrando una delle abitazioni sospette. E in realtà le lastre ci sono ma ad una vista superficiale non è possibile determinare se contengano amianto.

“Una ipotesi da non escludere senza un opportuno controllo perché – dicono gli esperti – nella zona di Savignano, in cui ricade via Cupa Scoppa (insieme a via Piave) gli edifici sono datati e le lastre di copertura sono presenti da venti-trenta anni, così come succede nella zona di piazza Marconi che rappresentano le due aree più critiche della città”. “Ma – precisano – per dire che quelle lastre rappresentano un rischio per la salute occorre controllarle con attenzione, prendendo campioni e valutandone le condizioni in cui sono tenute”. “Questo perché, l’amianto – ricordano gli esperti – diventa pericoloso quando il materiale che lo contiene si rompe, si buca per la rugine o in qualche modo viene danneggiato. Pannelli erosi dalle intemperie, sotto i colpi del vento potrebbero, se si trattasse proprio di eternit, spandere tutto intorno un pulviscolo di fibre capaci di creare alterazioni del tessuto polmonare responsabili di tumore. Ma se questo non è, se le lastre sono tenute bene non c’è rischio”.

Naturalmente per determinare l’eventuale grado di pericolo per la salute, rappresentato da lastre o strutture contenenti dell’amianto, ogni parametro è da valutare giacché è diverso se il materiale è accessibile, essendo a livello del suolo, o se è inaccessibile. Una verifica che i tecnici dell’Asl, malgrado un organico estremamente ridotto, effettuano ad ogni segnalazione, controllando oltre una dozzina di siti al mese. A seconda delle condizioni del materiale, valutate con un punteggio che scaturisce applicando una precisa normativa, capace di tenere conto di una lunga serie di elementi proprio per garantire la sicurezza dei cittadini, gli operatori del dipartimento di prevenzione dispongono l’eliminazione del materiale che, poi, viene smaltito con tecniche particolari, applicate da ditte specializzate, in tempi variabili da alcune ore a quattro anni. “Questo perché non sempre e non tutto ciò che contiene amianto rappresenta un pericolo, quanto meno immediato, per la salute” tengono a ribadire gli esperti per tranquillizzare i cittadini.

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