Rione Bagno, il comitato del sì conclude tra le polemiche

di Angela Oliva

 CESA. Il rush finale per il referendum sull’annessione del Rione Bagno a Cesa si è rivelato più aspro di quanto previsto.


A poche dall’inizio del silenzio elettorale è andato in scena l’ultimo atto di questa questione. Il comitato per il “sì” all’unione della zona, approfittando delle ultime ore disponibili, ha concluso la sua campagna con l’installazione di un gazebo in via degli Olenadri per distribuire volantini informativi nei quali si spiegavano le ragioni del sì all’annessione.

Nulla di irregolare, neppure nella richiesta di occupazione del suolo pubblico in terra aversana, esibita alla pattuglia di vigili urbani del comune di Aversa giunti sul posto per verificare la regolarità della manifestazione. Ad accoglierli un folto gruppo di sostenitori del sì, per la maggior parte residenti del Rione Bagno che, alla presenza delle forze dell’ordine, hanno sottolineato il loro stupore nel vederli in zona: “Che io ricordi non ho mai avuto l’onore di vedere i vigili di Aversa per le strade del Rione Bagno”, ha dichiarato un promotore del comitato. “Mi fa piacere che vi siate ricordati di noi e, già che ci troviamo, affrontiamo la questione del parcheggio selvaggio”, fa eco un altro residente.

L’ambiguità del Rione Bagno si palesa, infine, nel momento in cui viene spiegato alla popolazione che l’intervento dei vigili urbani è stato esplicitamente richiesto da qualcuno che ha dubitato sulla regolarità del gazebo installato a “Cesa”…prendendola come premonizione positiva il comitato del “sì” ha concluso la manifestazione affermando: “Il Rione Bagno: quattrocento famiglie, circa mille persone che “sulla carta” sono cittadini di Aversa ma che per nascita, storia, tradizioni ed affetti sono cesani a tutti gli effetti. – recita il volantino – Famiglie e individui che solo per il fatto di essersi spostati di qualche decina o al massimo qualche centinaio di metri da dove abitavano prima, e dove abitano ancora i loro familiari, si sono ritrovati a non essere più cesani, bensì aversani, e aversani di “serie B” visto che, per molti anni, hanno vissuto un totale abbandono da parte del comune di Aversa, quasi come se non fossero da considerare cittadini al pari

degli altri. Il Rione Bagno, nonostante non sia scritto “sulla carta”, è Cesa in tutto e per tutto.

I residenti del Rione Bagno – sottolinea – sono di Cesa e lo dimostrano frequentandone le piazze, i partiti, i circoli, le associazioni, le scuole dell’obbligo, l’ufficio postale, candidandosi al Consiglio comunale di Cesa, venerando il Patrono San Cesario, la Madonna del Rosario e contribuendo alle feste in loro onore, frequentandone le Chiese e il cimitero comunale. Essi lo fanno perché si sentono di Cesa, perché a Cesa sono nati e cresciuti e non potrà certo essere una dicitura burocratica a modificare il sentimento di un cuore che sente e ritiene di essere cesano. Tra i residenti del Rione Bagno e Cesa esiste un legame paragonabile al rapporto che un figlio ha con la madre, una sorta di simbolico cordone ombelicale che li unisce vita natural durante. Pertanto, il referendum indetto dalla Regione Campania (su richiesta del Comune di Cesa che ha dato voce ad una petizione sottoscritta da tanti residenti del Rione Bagno) rappresenta l’opportunità per risolvere definitivamente una situazione ambigua che va avanti oramai da troppi anni.

Tutti noi cesani, in primis i residenti del Rione Bagno, – conclude il volantino – dobbiamo cogliere questa opportunità, consapevoli dell’importanza che essa riveste per il Rione e per l’intero paese, perché noi siamo e ci sentiamo una comunità, perché siamo fieri di essere cittadini di Cesa, perché quando c’è ne stato bisogno abbiamo sempre mostrato di saper agire con compattezza e unità d’intenti per la salvaguardia dei nostri valori più autentici. Lo dobbiamo fare anche stavolta per sancire “sulla carta” ciò che già sentiamo nella mente, nel cuore e nell’anima”.

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