Trapani, tre migranti morti gettati in mare dagli scafisti

di Redazione

 TRAPANI. Tragedia dell’immigrazione nelle coste trapanesi, tre uomini sono morti annegati. Facevano parte di un gruppo di 17 stranieri gettati in mare dagli scafisti che sono fuggiti a bordo di un’imbarcazione.

Secondo una prima ricostruzione della Guardia costiera, i migranti erano stati costretti a buttarsi in acqua, anche se molti di loro non sapevano nuotare: solo in 14 – tutti i giovani tra i 25 e i 30 anni – sono riusciti a raggiungere a nuoto Contrada Granitola, a Mazara del Vallo. Durante le prime ricerche è stato trovato un cadavere, poi qualche ora dopo sono stati trovati gli altri due corpi.

Intanto, al largo di Lampedusa, dopo quattro giorni di tregua è stato avvistato un barcone con a bordo circa 500 immigrati. La capitaneria di porto sta coordinando le operazioni di soccorso dato che il barcone è a rischio per l’alto numero di persone a bordo. Sei motovedette hanno raggiunto il natante e uomini della guardia costiera sono saliti a bordo. Questo finora è l’unico barcone avvistato e in fase di avvicinamento a Lampedusa dopo essere stato agganciato dalle motovedette. L’imbarcazione è a 16 miglia dall’isola. La notte scorsa era giunto sulla costa lampedusana un natante con 208 persone, tra cui 23 donne e tre bambini.

I profughi stanno tutti bene e sono stati già trasferiti al Centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola, dove ci sono altri 285 migranti, metà dei quali tunisini. Come affermato dagli stessi profughi al loro arrivo, l’imbarcazione è partita dal porto di Zuwara, in Libia, due giorni fa ed è rimasta in mare per oltre quaranta ore.

Mercoledì il cardinale Angelo Bagnasco ha visitato l’isola lanciando un monito per non dimenticarla. L’Europa, ha detto durante l’omelia, “può fare di più”. Il porporato non ha però potuto recarsi al Cie a causa delle proteste inscenate dai circa duecento tunisini ospitati dalla struttura.

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