Sarah, zio Michele torna a casa ma continua a dichiararsi colpevole

di Emma Zampella

 AVETRANA. È tornato ad Avetrana Michele Misseri, nella sua abitazione, subito dopo l’arresto della moglie, Cosima Serano.

“Zio Michele”, però, poco prima della mezzanotte è stato portato in ospedale perché obbligato a sottoporsi al trattamento sanitario obbligatorio, così come disposto dal sindaco di Avetrana.È arrivato in ospedale con un’autoambulanza del 118 che lo avrebbe prelevato direttamente nella sua abitazione. Ambulanza arrivata a casa Misseri dopo che il sindaco di Avetrana, Mario De Marco, aveva richiesto il trattamento sanitario obbligatorio perché sembra che Misseri avebbre manifestato propositi suicidi.

Ma le circostanze che hanno portato al trasferimento in ospedale di Misseri e al successivo rientro a casa restano oscure. Subito, infatti, arrivano le smentite del sindaco della piccola cittadina che ha detto di non aver disposto per Misseri alcun trattamento sanitario obbligatorio (Tso) ma una visita medica urgente per accertare lo stato psicologico dell’agricoltore. “Ieri sera – ha spiegato il sindaco – durante il tragitto dal carcere a casa avrebbe manifestato verbalmente propositi suicidi. I carabinieri ‘mi hanno chiesto – aggiunge – di far eseguire una verifica urgente’e ho disposto con ordinanza una visita medica”. A quanto si apprende, Michele, al suo ritorno a casa, oltre alla figlia Valentina Misseri, avrebbe trovato un paio di giornalisti. Secondo quanto aveva dichiarato Valentina nella notte: “Sono venuti i medici del 118 dicendo di aver ricevuto una chiamata, ma io non ho chiamato nessuno. Michele era meravigliato per essere uscito dal carcere e si è sfogato ma stava benissimo”. L’uomo dovrà necessariamente uscire dall’abitazione nel pomeriggio perché, come ha disposto il giudice, ha l’obbligo di firma in caserma dalle 17 alle 18.

“Ho fatto tutto io, lo giuro sulle ossa di mia madre” ha detto l’uomo che dell’omicidio della ragazzina ha dato almeno sette versioni, i magistrati lo hanno scarcerato perché ritengono non c’entri con l’uccisione, ma zio Michele parlando nella sua villetta con i giornalisti di diversi quotidiani continua a professarsi l’unico colpevole. Paura della moglie Cosima? O è davvero questa la verità? Intanto, il 3 giugno prossimo, nel cortile della caserma dei carabinieri di Avetrana, verrà eseguita un’ispezione tecnica sull’auto Opel Astra station wagon di Cosima Serrano, sequestrata su decreto della Procura di Taranto la sera dell’arresto della donna, il 26 maggio scorso, nove mesi dopo l’uccisione della nipote Sarah Scazzi. L’ispezione dovrà servire ad accertare l’eventuale presenza di tracce di Dna all’interno della vettura, e in particolare se siano presenti tracce di Dna di Sarah. Un delitto quello dell’adolescente di Avetrana che da quasi un anno non trova soluzione, ma anzi diviene sempre più intricato, coinvolge sempre più soggetti. Gli unici imputati al momento però sono stati trovati nella famiglia Misseri, visto che in carcere restano Cosima e la figlia Sabrina.

Michele, nel frattempo, continua a dichiararsi colpevole: se si considera colpevole come può non essere preso in considerazione dagli inquirenti? Un po’ contraddittoria questa vicenda. Intanto le versioni rilasciate da Misseri continuano ad essere vaghe, contraddittorie e ambigue, si accavallano e si eliminano a vicenda. “Quel maledetto 26 agosto – dice l’uomo, come riporta oggi La Stampa – io stavo arrabbiatissimo perché il trattore non partiva e pensavo che tutti ce l’avevano con me, gridavo e Sarah è venuta a vedere, questo ho pensato. Io gli ho detto vattene, ma lei mi doveva dire qualcosa, allora l’ho sollevata di peso, l’ho girata per cacciarla. E quando mi ha dato un calcio sono esploso, tutta la mia rabbia l’ho messa sopra di lei. Avevo una corda sul parafango del trattore e gliela ho girata due volte al collo. Sarah aveva il telefonino in mano ed è caduto aprendosi in due. Quando l’ho lasciata lei è caduta con il collo sul compressore e quando l’ho presa da terra aveva il collo storto”. “Io sono cosciente che devo tornare in carcere, perché so quello che ho fatto e devo pagare. Volevo ammazzarmi prima di andare in carcere con il veleno che usavo per pompare le olive. E adesso mi ammezzerei, ma non lo faccio perché ci sono due innocenti in carcere”.

E sulla reazione di Avetrana agli arresti della figlia Sabrina e della moglie Cosima, dice: “Non sanno quello che fanno, quelli non sono applausi, dovranno applaudire Sabrina e Cosima quando usciranno. Non dovevo uscire io, ma Sabrina e Cosima che sono innocenti. Se le condannano la mia morte sarà sulla tomba di Sarah”, continua ancora zio Michele: “Volevo suicidarmi su quella tomba. Per me era come una figlia. Volevo tirarla fuori da quel pozzo perché due giorni dopo l’ho sognata che diceva ‘zio ho freddo’. Allora sono andato al pozzo ho legato la corda a un ceppo per uscirla fuori ma il pozzo era troppo stretto”.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico