Napolitano: “Onorare i giudici”. Berlusconi: “Condivido le sue parole”

di Redazione

Giorgio NapolitanoROMA. È indispensabile “parlare responsabilmente della magistratura e alla magistratura nella consapevolezza dell’onore che ad essa deve essere reso come premessa di ogni produttivo appello alla collaborazione necessaria per le riforme necessarie”.

Nella Giornata dedicata alla vittime del terrorismo, Giorgio Napolitano ha ricordato al Quirinale i caduti degli anni di piombo soffermandosi in particolare sui magistrati, tra cui Emilio Alessandrini e guido Galli. E lo ha fatto commuovendosi durante l’intervento, pronunciato in alcuni momenti con la voce rotta dall’emozione. “La loro lealtà fu essenziale”, ha detto, “e la battaglia della giustizia penale contro il terrorismo fu decisiva”. Napolitano ha quindi reso onore ai magistrati, ha chiesto che questo sia propedeutico ad ogni proposta di riforma della giustizia e chiesto che di magistratura si parli con “responsabilità”. Parole totalmente condivise dal premier Silvio Berlusconi. “Insieme al governo e all’Italia intera, mi inchino con rispetto e gratitudine per ricordare le vittime del terrorismo, unendomi idealmente alle nobili parole pronunciate questa mattina al Quirinale dal capo dello Stato” recita una nota diffusa da Palazzo Chigi. “Diciamo basta – ha scritto Berlusconi – alle tribune mediatiche e universitarie concesse con disinvoltura ai terroristi che sono stati protagonisti feroci e criminali di quegli anni. Per questo diciamo basta all’umiliazione delle vittime e dei loro parenti. Per questo dichiaro oggi l’impegno del governo a contribuire ad aprire tutti gli armadi della vergogna perché nessuna strage rimanga più avvolta nel mistero”.

COSCIENZA NAZIONALE.“Abbiamo dimostrato di essere una democrazia capace di difendersi senza perdersi, capace di reagire ad attacchi e minacce gravi senza snaturarsi” ha detto Napolitano nel suo intervento, sottolineando che in questo senso “è chiara la lezione” degli anni del terrorismo dai quali l’Italia “è uscita rafforzata nella sua coscienza nazionale, nelle sue istituzioni repubblicane e quindi nelle sue risorse morali, indispensabili per far fronte con successo alle nuove prove che ci attendono”. Proprio sul senso morale, sul rispetto della democrazia e delle istituzioni il presidente ha posto l’accento per ricordare come proprio queste qualità siano state fondamentali per vincere la battaglia. Importante, ha rilanciato Napolitano, è ricordare “il come è stata superata la prova”. “Si è combattuto sia chiaro su molti fronti: si è vinto – ha osservato – grazie alla fibra morale, al senso del dovere, all’impegno nel lavoro e nella vita civile che hanno caratterizzato servitori dello Stato e cittadini di ogni professione e condizione”.

MAGISTRATI UCCISI.Durante la consegna del volume Nel loro segno, in memoria dei dieci magistrati uccisi dal terrorismo e dai 15 uccisi dalle mafie, il Capo dello Stato ha ribadito la condanna alle “polemiche politiche indiscriminate” contro la magistratura. E invitando a leggere “le parole che raccoglie, che sono come pietre”, ha puntato ancora un volta l’indice contro “qualsiasi dissennato manifesto affisso sui muri della Milano di Emilio Alessandrini e Guido Galli e di qualsiasi polemica politica indiscriminata”. Il giorno della memoria istituito nel 2008 ha come obiettivo la”ricerca di verità; anelito di giustizia severa secondo legge, fuori di ogni reazione d’ora e di odio; rispetto e ricordo delle figure di tutti o colpi, di ciascuno di essi per la vita vissuta come persona e no. Solo per il destino di vittima”, ha detto. E in questo senso, sottolinea Napolitano, questa giornata deve essere “messaggio di pace, unita secondo un patto che ci lega, la Costituzione repubblicana”.

IL CASO BATTISTI.Un’occasione, quella della giornata in commemorazione delle vittime del terrorismo, per ritornare sul “caso Battisti”. E la sua estradizione dal Brasile “rimasta incomprensibilmente sospesa”. Il capo dello Stato ha ribadito che le misure di emergenza adottate in quegli anni dal Parlamento italiano furono “proporzionate al pericolo istituzionale esistente, non travolsero le garanzie fondamentali sancite dalla Costituzione, non implicarono una trasformazione del nostro stato di diritto in Stato autoritario”. E ha aggiunto: “Ecco quel che va argomentato e ancora ribadito nettamente e fermamente di fronte a residui pregiudizi, a residue mistificazione che pesano, ad esempio, sul rapporto tra Brasile e Italia nella vicenda dell’estradizione rimasta incompresibilmente sospesa del terrorista Battisti”.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico