Minzolini indagato per spese non autorizzate con carta di credito aziendale

di Emma Zampella

 ROMA.E’ finito nel registro degli indagati con l’accusa di peculato, il direttore del Tg1, Augusto Minzolini: secondo le indagini, il giornalista avrebbe effettuato spese, non autorizzate, del valore di 68mila euro, con la carta di credito aziendale.

Le indagini, partite da un esposto presentato da un’associazione di consumatori, sono state svolte dagli uomini della Guardia di Finanza su ordine del procuratore aggiunto Alberto Caperna. Il periodo di riferimento delle indagini è agosto 2009-settembre 2010, ma già nel febbraio del 2011, appena emerse la notizia, il direttore generale della Rai assolse Minzolini: “La sua carta di credito è un benefit. Ha sempre rispettato le regole – questa la difesa di Mauro Masi in una lettera inviata al consigliere Rizzo Nervoe non emergono violazioni”. Il direttore della testata giornalistica potrebbe essere convocato dalla Procura prossimamente per fornire la sua versione dei fatti.

Un mese fa, la Corte dei Conti avevaaperto un’istruttoriasui rimborsi spese del direttore del Tg1. Minzolini aveva sottolineato come si trattasse, anche in quell’occasione, di un “atto dovuto” della Corte alla luce di alcuni accertamenti che sono stati svolti, dei documenti che sono stati acquisiti dagli investigatori della Guardia di Finanza e gli atti relativi a una indagine interna svolta dall’azienda di viale Mazzini, “probabilmente sollecitata” da un esposto del consigliere Rizzo Nervo su “fatti inconsistenti”. Rizzo Nervo aveva smentito l’esposto, ma da lui era partita, lo scorso 7 dicembre, una lettera indirizzata al direttore generale Mauro Masi incui si chiedevano chiarimenti sulle spese rimborsate a Minzolini.

Ildirettore generale aveva “assolto” Minzoliniin una lettera di risposta a Rizzo Nervo, in cui giudicava le spese per 86.680 euro, addebitate nel periodo agosto 2009-settembre 2010 sulla carta di credito della Rai in uso al direttore del Tg1, “una sorta di benefit compensativo” e affermando di ritenere chiuso il caso. Ma proprio la lettera di Masi aveva aperto nuovi interrogativi. Il dg, infatti, era sceso in dettagli svelando particolari del contratto di Minzolini e delle sue trasferte. Dettagli che, secondo Rizzo Nervo, configurerebbero l’ipotesi di reati fiscali, come aveva scritto nella lettera spedita a inizio febbraio al presidente Paolo Garimberti per discutere il caso Minzolini in Cda.

La Direzione generale aveva avviato approfondimenti e in Cda aveva indicato che tutto quanto si doveva fare era stato fatto. In Cda Rai, la vicenda era stata seguita anche da Luciano Calamaro, delegato della Corte dei conti incaricato di controllare la gestione finanziaria dell’azienda.

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