Libia, il figlio di Gheddaffi ucciso da un raid Nato

di Redazione

Saif al-ArabTRIPOLI. Saif al-Arab, 29 anni, uno dei figli del leader libico Gheddafi, è stato ucciso nella notte di sabato da un raid della Nato sulla sua casa di Tripoli.

Nell’abitazione, secondo il governo libico, si trovava anche il padre Muammar, rimasto illeso. Anche tre nipoti di Gheddafi sono morti. La Nato ha confermato un attacco su Tripoli, ma ha detto che aveva per obiettivo una struttura militare e non persone.

Secondo quanto riferisce il portavoce del governo libico Moussa Ibrahim, hanno tutti meno di 12 anni i tre nipoti di Gheddafi morti. Ibrahim non ha però voluto rivelare l’identità dei bambini dicendo di voler garantire la privacy della famiglia. “Saif al-Arab stava giocando e parlando con suo padre, la madre, i suoi nipoti e altri amici quando è stato attaccato per non aver commesso alcun crimine” ha aggiunto Ibrahim. Proprio sabato il Raìs in un discorso in tv aveva chiesto negoziati alla Nato per arrivare a un cessate il fuoco, ma aveva anche minacciato di “portare la guerra in Italia” per punire gli italiani di quello che considera un “tradimento”.

A Misurata i ribelli sono scesi in strada in festa suonando clacson e cantando “Allahu Akbar” – cioè “Dio è grande” – non appena appresa la notizia dell’attacco Nato su Bab al-Aziziya e della morte del figlio più giovane di Gheddafi. Fuochi d’artificio sono stati sparati di fronte all’ospedale centrale di Hikma, facendo temere che la luce potesse attirare il fuoco delle forze del Raìs. Scene simili anche a Bengasi dove i ribelli i hanno accolto la notizia del raid con urla di giubilo e continue salve di mitra sparate in aria. “Sono così contenti che Gheddafi abbia perso suo figlio che stanno sparando in aria per celebrare (l’evento)”, ha dichiarato il colonnello Ahmed Omar Bani, portavoce militare del Consiglio Nazionale Transitorio di Bengasi.

Il generale canadese Charles Bouchard, comandante Nato delle operazioni in Libia, ha dichiarato che è stato attaccato “un edificio di comando e controllo nell’area di Bab al-Aziziya”, precisando che comunque tutti gli obiettivi presi di mira sono di natura militare. Lo stesso Bouchard ha fatto poi riferimento a “notizie di stampa non confermate secondo le quali alcuni membri della famiglia di Gheddafi sarebbero stati uccisi” dicendo che la Nato è rammaricata per “ogni perdita di vite umane, soprattutto di civili innocenti che subiscono le conseguenze del conflitto in corso”.

SAIF. Saif al Arab Gheddafi aveva 29 anni ed era il sesto figlio del leader libico, colui che aveva mantenuto il profilo più basso tra i figli da quando la crisi ha avuto inizio. Secondo i media americani, a differenza del fratello Saif al Islam, al Arab non era mai apparso in televisione e aveva rilasciato pochissime dichiarazioni pubbliche. Saif al Arab Gheddafi era nato a Tripoli nel 1982. Sua madre è Safia Farkash, la seconda moglie del Colonnello. Saif al Arab nel 2006 si era iscritto alla Technical University di Monaco di Baviera, in Germania. Secondo quanto riferito da Al Jazeera, il figlio di Gheddafi nel suo periodo universitario a Monaco aveva passato il tempo più che altro andando a feste e dedicandosi a business non specificati. Secondo una denuncia alla polizia tedesca, nel 2006 Al Arab fu coinvolto in una rissa con un buttafuori in un nightclub di Monaco. Nel 2008 sempre a Monaco fu presentata una nuova denuncia per l’eccessivo rumore che faceva la sua Ferrari F430, che fu sequestrata. Al Arab Gheddafi fu sospettato, nel 2008, di tentare di portare una pistola e delle munizioni da Monaco a Parigi servendosi di un’auto dotata di targa diplomatica. Il caso fu successivamente lasciato cadere dalle autorità tedesche per insufficienza di prove. La risoluzione 1970 dell’Onu aveva imposto un divieto di viaggio a Saif Al Arab, ma non il sequestro dei suoi beni all’estero, come per altri figli dei raìs. Dopo l’inizio della rivolta, il giovane Gheddafi era stato mandato dal padre all’est al comando di truppe per combattere gli insorti.

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