Libia, Berlusconi: “Mozione Lega può essere condivisa”

di Redazione

Berlusconi-Bossi

ROMA.Silvio Berlusconi e Umberto Bossi si incontreranno oggi per trattare sulla questione dei bombardamenti italiani in Libia, contestati dal Carroccio che ha presentato una mozione.

“Trovo che la mozione della Lega possa essere condivisa. Non credo che ci saranno difficoltà per il governo”, ha detto il premier ai cronisti che lo attendevano stamani fuori al Palazzo di giustizia di Milano, per il processo Mediatrade. La mozione (insieme a quella del Pd e dell’Idv) potrebbe essere messa in votazione domani in Parlamento.

IeriBossi aveva mandato al Cavaliereun messaggio tanto esplicito da somigliare a un ultimatum: “Se non la vota vuol dire che vuol far saltare il governo”, riferendosi alla mozione della Lega sulla Libia. Partecipando alla Batelada, una passeggiata organizzata dal Sindacato Padano sul battello al lago di Como, il senatùr aveva ribadito il suo no all’intervento in Libia: “Non serve a niente bombardare, ammazzi solo la gente. Poveracci, poi scappano”.

“Le parole di Gheddafi confermano che la situazione è da tenere sotto controllo, lo stiamo facendo e abbiamo intensificato azioni di verifica sul territorio nazionale”, aveva aggiunto il ministro dell’Interno Roberto Maroni, riferendosi alle parole del rais, che in un discorso in tv aveva chiesto negoziati alla Nato per arrivare a un cessate il fuoco, ma aveva anche minacciato di “portare la guerra in Italia” per punire gli italiani di quello che considera un “tradimento”.

A Maroniera stato chiesto di commentare la minaccia di Gheddafi di portare la guerra in Italia, dopo che il nostro paese ha accettato di partecipare ai raid. “Ovviamente questa minaccia non va sottovalutata – rispondeva il ministro dell’Interno -, anche i servizi segreti non la stanno sottovalutando. Non mi sento di dire che la sua è una battuta propagandistica”. In più, l’uccisione la notte scorsa di uno dei figli del leader libico è probabile che, aggiungeva Maroni, “farà arrabbiare Gheddafi ancora di più”. Da quando è scoppiata la crisi libica comunque “noi abbiamo intensificato le attività di controllo – concludeva Maroni – per evitare che succeda qualcosa”.

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