Bimba lasciata in auto: i suoi organi salvano tre vite

di Redazione

 ANCONA. I genitori di Elena, la bimba di 22 mesi morta dopo essere stata dimenticata in auto dal padre a Teramo, hanno deciso di donare gli organi della piccola.

Tommaso, un bambino ligure di nove mesi che aveva poche ore di vita, ha un fegato nuovo e un futuro davanti a sé. Una bambina di due anni vive ora con il cuore di Elena. E un terzo piccolo paziente ha ricevuto i reni. “Per noi oggi rinasce una nuova speranza” ha detto il padre di Tommaso: “Ringraziamo i genitori per il gesto grande, e prezioso, che hanno deciso di compiere”. “Siamo vicini a loro in questa tragedia enorme che li ha colpiti”.

Parole che forse aiuteranno la mamma di Elena, Chiara Sciarrini, e il padre, Lucio Petrizzi, a superare un dolore atroce.E lunedì 23 maggio, ad Ancona, sarà effettuata l’autopsia sul corpicino della piccola. Dopo, l’acquisizione delle cartelle cliniche e il nulla-osta per la sepoltura.

Intanto, Lucio Petrizzi, docente universitario, affronterà con un’ipotesi di reato ‘più leggera’ il dolore mescolato al rimorso per la morte della sua primogenita e il peso di una posizione giudiziaria aperta. Il magistrato che conduce l’inchiesta, il sostituto procuratore di Teramo Bruno Auriemma, lo ha formalmente indagato per omicidio colposo, come atto dovuto e necessario perché si possa procedere con l’autopsia. Il reato è previsto dall’articolo 589 del codice penale. Si è trattato della modificazione dell’iniziale ipotesi, informale, di abbandono di minore. Secondo quanto confermato dal pm, si tratta di reato meno grave di quello di abbandono di minore aggravato dalla morte, di competenza della Corte d’Assise e che prevede da 3 a 8 anni di reclusione.

Lo stesso pm ha voluto sottolineare come il suo arrivo ad Ancona, nel pomeriggio di domenica 22 maggio, sia stato necessario per un colloquio con il padre della piccola, ai fini della valutazione dell’elemento soggettivo del reato, dell’esclusione del dolo e, dunque, per derubricare l’iniziale ipotesi in quella di minore gravità, affinché la famiglia della bimba non fosse colpita due volta dalla medesima tragedia.

Il reato di omicidio colposo ipotizzato confermerebbe che il papà di Elena ha agito come un automa, completamente slegato dalla realtà che lo circondava, quel mercoledì mattina. Elena sarebbe tornata all’asilo dopo cinque giorni di assenza. Il lavoro dell’uomo, la casa appena costruita, la compagna quasi al termine della sua seconda gravidanza e chissà quanti altri pensieri hanno distolto la sua mente dal tragitto abituale. Nemmeno la telefonata della compagna a metà mattinata lo ha riportato alla realtà di una bimba mai scesa dall’auto. E, secondo altre fonti, non lo ha aiutato neanche l’essere tornato in mattinata all’auto in sosta nel parcheggio dell’università, perché i vetri oscurati del suo pick-up gli hanno impedito di vedere all’interno e di scorgere Elena. Se ce ne fosse stato bisogno, tutto questo ha probabilmente convinto il magistrato che l’uomo non ha coscientemente omesso assistenza alla sua bimba.

Sin dal primo momento, però, Chiara Sciarrini, all’ottavo mese di gravidanza di un’altra bimba, si è schierata al fianco del marito senza esitazione: quello che è successo “può capitare ad ognuno di noi, perché non ci si ferma mai”. E Lucio, “un padre esemplare”, che adorava la figlioletta, “non si fermava mai perché si preoccupava di me, della mia gravidanza e della piccola Elena”. “Io non ho mai accusato Lucio e mai lo farò – ha detto circondata da alcuni familiari e dai medici del Salesi – perché lui non è colpevole di niente. Elena adorava il suo papà, la sua prima parola è stata ‘ba-ba”‘. Un dramma difficile da spiegare e che, come ha provato a illustrare la psicologa Vegetti Finzi a Sky.it, trova spiegazione nell’attività lavorativa che assorbe tutte le energie dei genitori e nei pochi aiuti pubblici alle famiglie.

La morte cerebrale della piccola Elena è stata dichiarata alle 17 del 21 maggio, quella “giuridica” e ufficiale sei ore dopo, alle 23, una volta finito il periodo di osservazione previsto dalla legge.

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