Ballottaggi, Terzo Polo non dà indicazioni. Bossi: “Non affondo col Pdl”

di Emma Zampella

 MILANO. A seguito delle elezioni e in previsione del ballottaggio, Il Terzo Polo fa sapere le sue intenzioni: “Nessuna indicazione esplicita di appoggio ai candidati”.

Quindi le scelte sono chiare e per il prossimo ballottaggio di Milano e Napoli “non ci sarà nessun apparentamento”. La conferma è arrivata dai due candidati sindaco terzopolisti, Manfredi Palmeri per il capoluogo meneghino e Raimondo Pasquino per quello campano, nel corso di una conferenza stampa in cui era presente l’intero triumvirato (Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini e Francesco Rutelli. “Siamo determinanti al secondo turno – ha dichiarato Pasquino – ma non siamo disposti ad alcun apparentamento, nè siamo disposti a una situazione di sottogoverno. Il nostro programma sarà la stella polare e vogliamo che i candidati esprimano la loro condivisione”. Palmeri, da par suo, ha spiegato: “Noi non facciamo l’apparenatamento né con Pisapia né con la Moratti, noi facciamo l’apparentamento con la città”.

Anche Gianfranco Fini invia un messaggio agli avversari politici: “Chi pensa di dividere il Terzo Polo si prepari a cambiare i suoi piani. Il Terzo Polo ha mosso i suoi primi passi nelle amministrative.E’ necessario per il presidente della Camera che “il Terzo Polo resterà unito, sia nei ballottaggi che nell’attività politica e parlamentare, così come è stato finora”.

Casini, non vuole prendersi alcuna responsabilità in merito alle prossime elezioni in quanto ritiene che “non siamo noi legittimati a dire cosa fare agli elettori. C’è gente che ci ha messo la faccia – il riferimento è ai due candidati sindaci – e sono loro gli interpreti titolati a dire”, ovvero a dire quale debba essere l’orientamento dei loro concittadini in vista del ballottaggio.

Pronto anche il commento di Italo Bocchino: “Di fronte a due coalizioni che sono estremiste noi abbiamo scelto non per la libertà di voto, ma di non sostenere nessuno dei due candidati, che è cosa diversa”.

A sottolineare la necessità di lasciare libero ed incondizionato il voto degli elettori c’è anche il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione che ha anticipato la linea del Terzo polo in vista dei ballottaggi: “Noi con questa politica non c’entriamo, noi proseguiamo lungo la linea né con gli uni né con gli altri”. Ma si sa che in politica, in merito alle elezioni, non tutti i pareri concordando. E quindi c’è chi prende una posizione cercando di persuadere della stessa anche i suoi elettori.

“Il Terzo polo decida quello che vuole, noi parleremo ai loro elettori” sintetizza il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e aggiunge “Noi parleremo agli elettori del Terzo polo che non sono contenti della prospettiva di farsi guidare dai centri sociali”.

Pierluigi Bersani spera che il Terzo polo torni sui propri passi: “Se loro non scelgono c’è sempre qualcuno che lo fa al posto loro. E in questo caso saranno gli elettori”.

La questione che interessa maggiormente il mondo politico sono soprattutto le sorti di Milano, su cui si esprime anche Umberto Bossi che vuole precisare che se il Pdl dovesse perdere il prossimo ballottaggio, “il Carroccio non è disposto a farsi trascinare a fondo”. Ai giornalisti che infatti gli hanno chiesto se ci potessero essere ripercussioni in merito ad un’eventuale sconfitta del Pdl, Bossi ha così risposto: “Non fatevi illusioni. Di certo non ci faremo trascinare a fondo, comunque non perderemo al ballottaggio”. Nonostante tutto però il leader della Lega ammette le sue colpe in merito alla sconfitta di Milano: “Abbiamo perso, abbiamo perso. Abbiamo sbagliato campagna elettorale”. Ma c’è chi rincara la dose e da un’altra batosta al Pdl.

E Matteo Salvini dichiara infatti: “La Lega non è di destra, con il Pdl è un matrimonio d’interesse”, ha detto intervenuto al programma Agorà su Raitre, e aggiunge: “Ma la sinistra non è un nostro interlocutore. Ci sono 12 sinistre, un conto è quella di Sergio Chiamparino altro è quella di Antonio Bassolino e Nichi Vendola”.

Ma c’è chi non la pensa come il leader del Carroccio e non gliele manda a dire: “E’ troppo tardi – dice il presidente dell’Idv, Felice Belisario – Bossi è già stato trascinato a fondo da Berlusconi. Lo ha subito votando per anni tutte le leggi ad personam del premier. Il suo elettorato non ha capito questa scelta e lo ha punito. L’unico modo, per la Lega, per recuperare la sua base, è lasciare il caimano al suo destino e far cadere il governo. Fino a quando resterà nella morsa avvelenata del premier è destinato al fallimento, proprio come lui”.

“Bossi dice a noi di non farci troppe illusioni che qualcosa cambi nel governo nazionale dopo il ballottaggio di Milano – dice il parlamentare del Pd, Oriano Giovanelli – Il problema di Bossi è che il suoi elettori non si fanno più illusioni sul suo movimento e soprattutto su di lui. Dice Ligabue che si nasce incendiari e si muore pompieri. Meno crudamente possiamo dire che tutti si sono accorti che con l’età è aumentata in Bossi la preferenza per le poltrone, gli affari, i piaceri di Roma a discapito della rivoluzione per il Nord”.

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