Ballottaggi, Berlusconi: “Resto anche se perdo”

di Redazione

Silvio BerlusconiROMA. Esclude “categoricamente” una crisi di governo qualunque sia l’esito del voto amministrativo, e fa intendere che non vuole mollare almeno fino a quando non saranno varate le riforme,

… a cominciare da quella sulla giustizia che, come ha denunciato a livello internazionale investendo direttamente il G8 di Deauville, avrebbe prodotto nel nostro paese una sorta di ‘dittatura delle toghe’: dà fondo a tutte le sue energie Silvio Berlusconi e vola nella serata di venerdì a Napoli, accolto in piazza da applausi ma anche da diversi fischi, per provare a vincere la partita elettorale per blindare la maggioranza ma anche se stesso a Palazzo Chigi. Ma avverte, se il centrodestra non ce la farà a Milano e Napoli non cambia niente per l’esecutivo, si andrà avanti comunque.

Ma alla vigilia del turno di ballottaggio le fibrillazioni dentro al Pdl e alla maggioranza si fanno sempre più forti e difficili da nascondere. Tensioni raccontate da quasi tutti i quotidiani. La Repubblica, per esempio, riporta la lettera di dimissioni del sottosegretario alla giustizia Daniela Melchiorre. La deputata liberal democratica era stata uno dei rinforzi al governo per il voto di fiducia del 14 dicembre scorso. Entrata a far parte della squadra di governo, dopo le ultime uscite del Cavaliere al G8 di Deauville, annuncia ora l’intenzione di tornare nell’opposizione. “Non ho potuto far altro che constatare che non vi è, almeno per me, uno spazio per proseguire, o meglio avviare, un contributo effettivo all’attività governativa”, scrive la deputata (ex magistrato) nella sua lettera di dimissioni, consegnata venerdì alle 20 a Palazzo Chigi, mentre Berlusconi si trovava a Napoli per sostenere Gianni Lettieri.

La tensione è alta non soltanto tra gli alleati. Sempre Repubblica riporta le parole di Michaela Biancofiore, considerata una pasdaran del Cavaliere, entrata recentemente in conflitto con gli ex An del partito e data in avvicinamento alla corrente di Claudio Scajola. Secondo il quotidiano diretto da Ezio Mauro, la deputata azzurra, avrebbe detto che “da lunedì può succedere di tutto, perché il Pdl è finito”.

Il Corriere della Sera ospita invece un’intervista a Fabrizio Cicchitto che tenta di calmare le acque. “E’ il momento di tenere i nervi saldi” dice il capogruppo del Pdl alla Camera – “c’è nel partito un’ampia maggioranza taciturna fatta da una larghissima parte di ex Forza Italia e anche di Ax An, che vuole difendere Berlusconi, il governo, e allo stesso tempo mantenere in piedi il Pdl”. Ma intanto, il quotidiano di Via Solferino rivela come i colonnelli del partito si stiano riposizionando in vista di una possibile successione. Angelino Alfano riprende la proposta di Roberto Formigoni, di affidarsi alle primarie, sul modello di quelle lanciate dal centrosinistra, per scegliere la futura classe dirigente del centrodestra. Mentre Gianni Alemanno, invoca un congresso “altrimenti salta tutto”. Per fermare questa balcanizzazione del partito, secondo il giornale milanese, Berlusconi avrebbe in mente un nuovo rilancio, che partirebbe da un nuovo nome e un nuovo simbolo. Anche per evitare contenziosi legali con Gianfranco Fini.

Un’altra crepa nel Pdl arriva dal Lazio, dove la presidente di Regione Renata Polverini, alla notizia del passaggio di due consiglieri dal suo listino al Pdl sbotta: “E’ un atto di ostilità contro di me e un gesto che mette fine alla coalizione che sino a oggi ha governato la Regione”. E a dare sostegno all’ex sindacalista interviene addirittura Gianni Alemanno che ribadisce come “oggi, più che mai, è necessario un chiarimento nel Pdl”. Segnali che portano Il Messaggero a sostenere che parlamentare e consiglieri regionali vicini ad Alemanno e alla Polverini sognino “la nascita della vera terza gamba del centrodestra”. Ipotesi bollata da Maurizio Gasparri come “errore grossolano”.

E intanto Roberto Castelli sembra aver accolto con sorpresa la nomina a vicesindaco di Milano (qualora il centrodestra vincesse il ballottaggio) annunciata in chiusura di campagna elettorale dal sindaco uscente Letizia Moratti. “Vicesindaco? Addirittura? Vicesindaco non può che essere Salvini, per quanto mi riguarda. Dopo tutto il lavoro che Matteo ha fatto, quel posto tocca a lui. Io mi sono messo come al solito a disposizione della Lega e basta”, ha detto al Messaggero l’esponente leghista.

Scrivici su Whatsapp
Benvenuto in Pupia. Come possiamo aiutarti?
RedazioneWhatsappWhatsApp
Condividi con un amico