L’Inter vince la Coppa Italia: battuto il Palermo all’Olimpico

di Redazione

 L’Inter ha vinto la Coppa Italia per 3-1 ma il risultato non dice quanto ha giocato bene il Palermo che esce dall’Olimpico di Roma con l’onore delle armi per avere spesso messo paura ai nerazzurri.

Palermo coraggioso per 90 minuti, sotto di due reti per la doppietta di Eto’o, ha avuto ancora la forza di reaggire e accorciare con Munuz a due minuti dal 90′ ma poi ha ceduto in 10 (espulsi in una manciata di secondi prima Delio Rossi dal quarto uomo perché reclamava un maggior recupero e poi proprio Munoz) al contropiede micidiale di Pandev-Milito. Inter sorniona, più esperta, che ha aspettato gli avversari per trafiggerli e portare nella bacheca milanese la settima Coppa Italia.

Delio Rossi in lacrime, al termine della finale di Coppa Italia. Consolato dai diversi giocatori, il tecnico del Palermo in partenza non è riuscito a trattenere il suo dispiacere per la sconfitta dell’Olimpico. “Ma noi usciamo a testa alta – ha detto alla Rai Migliaccio, centrocampista rosanero – Noi abbiamo giocato, loro hanno i campioni. Aver portato fino a qui 50.000 tifosi da Palermo è motivo di grande orgoglio”.

Complimenti al Palermo, “una bellissima squadra che ha fatto una bellissima partita”, ma Massimo Moratti elogia la stagione della sua Inter. “Mini-triplete? Un cavolo – dice il presidente nerazzurro ai microfoni Rai, dopo la conquista della Coppa Italia – Una delle tre vittorie di quest’anno è il campionato del mondo, lo voglio ricordare: io firmo tutti gli anni, per un triplete così”.

Pochi spunti da vecchia Inter bastano a Leonardo per conquistare il primo titolo da nerazzurro. Lo schema è collaudato: Sneijder che scatena Eto’o e i giochi sono fatti. La Coppa Italia resta in mano nerazzurro, ultimo anello del triplete. Il braccio e la mente nerazzurri dormicchiano sornioni per larghe fette della partite, poi si scatenano, confezionano il 3-1 finale e per il generoso ma inesperto Palermo, sostenuto dalla marea rosanero di tifosi, è notte fonda. Il camerunese segna due gol e colpisce un palo: quando si tratta di griffare trofei non si tira mai indietro. E Moratti in tribuna può sorridere, dopo avere a lungo sofferto quando la partita era nelle mani del Palermo. I siciliani, a un passo dal grande sogno, si fermano ma la differenza di esperienza è troppo grande.

La squadra di Delio Rossi, in partenza per altri lidi, è bella da vedersi ma fragile: i suoi folletti Pastore e Ilicic imperversano e spesso vengono fermati anche dalla sfortuna. A lungo l’Inter fa barriera, riduce gli spazi agli avversari, arranca ma la vittoria, lo ha insegnato Mourinho, viene prima di tutto e la stagione è stata lunga e i nerazzurri sono a corto di fiato. Oltre ai due protagonisti sono da encomiare Lucio, che chiude tutto, Julio Cesar, che para da par suo demotivando gli avversari, a tratti Nagatomo e capitan Zanetti. Milito entra e timbra la gara col gol del 3-1.

Zamparini si mangia le mani e grida al furto arbitrale, ma il Palermo esce a testa alta dall’Olimpico: bene Balzaretti e per trequarti gara i centrocampisti. La squadra ripartirà dall’Europa League mentre per l’Inter è Champions e un trofeo va comunque inbacheca Spettacolo di colori e tifo alle stelle all’Olimpico con i tifosi del Palermo che si fanno vedere e sentire.

Il Palermo pigia subito sull’acceleratore: al 2′ Ilicic per Hernandez che conclude di poco a lato. L’Inter studia sorniona l’avversario più esuberante. Ma al 15′ un lungo lancio libera Pazzini che è in anticipo su Munoz, ma non riesce a correggere in porta. Più armonico l’affondo siciliano: al 18′ triangolo con Ilicic e Pastore non riesce ad anticipare Julio Cesar. L’argentino, in grande spolvero, ci riprova al 20′, ma la conclusione è alta. Si infortuna Goian ed entra Carrozzieri e alla prima leggerezza siciliana l’Inter passa: al 26′ Motta recupera un pallone su contrasto, Sneijder libera Eto’o che è in anticipo su Cassetti, entra in area e fulmina Sirigu.

Veemente reazione palermitana e mischione al 31′: un tiro di Hernandez viene spizzato, Julio Cesar devia e Stankovic allontana. Blitz di Greenpeace sugli spalti: compare un grande striscione contro il nucleare. Poi al 41′ il Palermo protesta per un contrasto in area con cui Chivu ferma e manda a terra Ilicic. Le due mezze punte siciliane fanno scintille, ma il muro interista regge. Nella ripresa arrembaggio siciliano: al 1′ un tiro di Balzaretti viene parato, poi al 7′ gran palla di Pastore per Hernandez, Julio Cesar per una frazione di secondo riesce ad anticiparlo.

Rossi mette esperienza nel motore: entra Miccoli al posto di Acquah, Ilicic arretra con Migliaccio centrale. E la sua presenza si fa subito sentire: al 14′ su un lungo cross da centrocampo schiaccia di testa e costringe Julio Cesar in angol. Poi il Palermo schiaccia l’Inter nella sua area con le giocate di Pastore e Miccoli, e i nerazzurri soffrono con spirito provinciale. Al 22′ Hernandez si avvia in area, Chivu interviene da dietro e i siciliani invocano il rigore. Ma proprio mentre i siciliani offrono lo sforzo più intenso per recuperare l’Inter dà il colpo del ko: al 32′ MIgliaccio perde palla con Sneijder che serve subito Eto’o che avenza e beffa Sirigu sull’uscita.

La partita si infiamma: Eto’o al 41′ colpisce il palo su punizione poi al 43′ Munoz su un angolo inesistente di testa riporta il Palermo in partita. Ma al 46′ Milito, servito da Mariga, chiude i giochi e capitano Zanetti può alzare l’ennesimo titolo.

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