La Piazza dei saperi e dei colori presenta libro di Iorio contro le mafie

di Redazione

 CASTEL VOLTURNO. La lotta alle mafie come narrazione collettiva – L’Italia che resiste.

E’ questo il tema che sarà affrontato dall’associazione “La Piazza dei saperi e dei colori” che presenterà il nuovo libro a cura di Pasquale Iorio (giornalista pubblicista ed esperto dello sviluppo locale e dell’innovazione tecnologica),il prossimo 21 maggio, alle ore 18, presso la sala consiliare “G.Rega” di Castel Volturno, ubicata in piazza Annunziata. L’iniziativa realizzata in collaborazione con Librerie la Feltrinelli, Edicolè, Auser Caserta, Carta 48, Etica dei Valori e Cgil, vedrà intervenire a Castel Volturno, l’ex sindaco Mario Luise, il padre comboniano Lello Magi, Rosalba Scafuro.

La kermesse sarà coordinata da Carmine Bonanni, addetto stampa Cgil Campania. L’iniziativa culturale sarà caratterizzata, anche dalle testimonianze sul teatro della legalità, a cura degli studenti della scuola media di Castel Volturno. Al riguardo il libro di Pasquale Iorio, nella sua presentazione introduttiva caratterizzata dall’introduzione di Stefano Mollica – Presentazione di Marco Giovanoli, precisa quanto segue: “La lotta alle mafie è una narrazione collettiva, perché la cultura mafiosa isola e colpisce i suoi avversari lasciati soli, come ricorda Giovanni Falcone. È narrazione perché la stessa cultura mafiosa prospera negli anfratti dell’omertà. Narrazione collettiva, dunque, come doppia sfida alla cultura mafiosa, prima ancora che alle mafie stesse, quella cultura che è, ancora Falcone, ‘contiguità morale’ tra mafia e non-mafia, più insidiosa, se possibile, dell’adesione aperta”. Il lavoro di Pasquale Iorio offre tre chiavi di lettura, distinte e connesse.

La prima è il contenuto stesso del libro. La seconda è la sua narrazione itinerante. La terza è la narrazione sulla narrazione. La costruzione a più voci di questo volume, la pluriformità degli spaccati d’osservazione, la ricchezza del dibattito generato e delle intelligenze mobilitate, la varietà dei luoghi delle discussioni e delle generazioni coinvolte, la fatica del narratore itinerante, la mobilitazione delle istituzioni ospitanti, la buona disposizione al confronto rendono l’esperienza del Sud che resiste visto dagli altri una ‘buona pratica’, sia come contributo alla resistenza contro la cultura mafiosa, sia come restituzione della dignità ad un popolo oppresso, sia come, infine, metodologia efficace di produzione collettiva di conoscenza. Tre motivi, questi, che fanno del lavoro di Pasquale Iorio uno strumento fondamentale.

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