“Giornata della Legalità” con Don Luigi Merola

di Redazione

Don Luigi Merola con il sindaco Martinelli e don Carlo AversanoCASAL DI PRINCIPE. Era veramente molto attesa. “La Giornata della Legalità” con don Luigi Merola, organizzata dal comune casalese e, in particolare dal vicesindaco, Maria Rosaria Madonna, c’è stata e ha registrato un ottimo successo.

La speciale giornata, come da programma, ha avuto due facce: una prima faccia, mostrata per l’intera mattinata, fatta di incontri con le scolaresche cittadine, di dibattiti e di un ospite soprattutto: don Roberto Comune, parroco di Orta di Atella, anch’egli personaggio molto impegnato nel sociale e sul fronte della legalità; ed una seconda faccia, più seriosa ed impegnata ed anche divertita, l’intero pomeriggio, quando l’evento ha raggiunto il suo culmine con l’atteso arrivo di don Merola. Teatro dell’evento, il Parco della Legalità. 39 anni e parroco dal 1997.

Don Luigi è noto per il suo impegno civico e per il suo impegno contro la camorra. E’ stato parroco di Forcella dal 2000 al 2007, luogo dove ha rivelato la sua tempra di lottatore per la legalità e a cui deve la sua iniziale fama. Ha svolto un incessante ruolo di educatore alla legalità nelle scuole e, dal 2010, è consulente della Commissione Antimafia. Attualmente è di nuovo a Napoli, dove è parroco della chiesa di San Borromeo alle Brecce e cappellano della stazione ferroviaria di Napoli Centrale. La sua venuta a Casal di Principe s’inscrive in quell’opera costante e straordinaria di testimonianza e di scrittura che egli svolge ormai in tutt’Italia: nella particolare occasione ha presentato al pubblico casalese la sua ultima fatica, dal titolo “Il cancro sociale della camorra” pubblicato dalla editrice Guida.

Dicevamo del pomeriggio. Tantissimi i cittadini presenti, numeroso come al mattino il pubblico dei ragazzi, nelle prime file i giovanissimi della locale società di calcio e, poi, una fitta schiera di amministratori, capitanati da sindaco e vice del comune casalese, rispettivamente Pasquale Martinelli e Madonna, e di autorità e rappresentanti istituzionali, fra i quali il viceprefetto Immacolata Fedele, che è anche la presidente di Agrorinasce; il capitano dei carabinieri, Andrea Corinaldesi; il tenente della guardia di finanza, Ermanno Bivio; il consigliere provinciale Sebastiano Ferraro.

 E’ spettato al primo cittadino casalese dar fuoco alle polveri del dibattito e della presentazione del libro. Ha puntato dritto alla rivendicazione di quel “riscatto casalese” che è in cima ai programmi della sua compagine amministrativa, ha ricordato le recenti sconfitte della criminalità organizzata, ha avuto parole di elogio per l’impegno dei giovani “vera speranza della rinascita sempre auspicata”. Maria Rosaria Madonna ha avuto anch’ella parole di fiducia per le nuove generazioni ed ha ripercorso l’impegno svolto per “portare a Casale don Luigi, persona di grandi qualità e amico”.

E così si è giunti al momento clou dell’incontro. Don Luigi è stato un fiume in piena, linguaggio volutamente semplice ed ironico, grande forza comunicativa, un effluvio di notizie e di esempi che hanno letteralmente colpito il cuore e la mente di tutto il pubblico presente. Ha iniziato col leggere una pagina del suo libro, che riporta la testimonianza della sua precedente visita a Casal di Principe, per dire di un popolo fatto in gran parte di gente per bene e ha reso omaggio ai casalesi, “attributo – ha spiegato tra gli applausi che indica un popolo e non un clan”; e poi ha volato alto: non ha concesso niente alla retorica dell’anticamorra, “legalità è semplicemente ordine, prima che lotta alla camorra”; ha ricordato a tutti e specie agli amministratori che spesso “noi con la scusa della camorra non facciamo mai niente”; ha ammonito i giovani ad impegnarsi nel sociale e, pertanto, a seguire l’insegnamento di don Puglisi: “noi dobbiamo rompere le scatole”; e, mai dimentico di essere un parroco, ha esortato alla preghiera e ad una maggiore prassi religiosa. E’ poi intervenuta la dottoressa Fedele, che ha portato i saluti del prefetto di Caserta, ha parlato di evento significativo” e ha individuato la priorità: “quello che conta sono i giovani…”.

Di rilievo anche l’intervento di monsignor Carlo Aversano, parroco di Casal di Principe, una volta di più fortemente convinto, in riferimento al modello Caserta usato nella lotta alla camorra, che “alla parte repressiva deve seguire una parte costruttiva: se questa non c’è, è inutile che stiamo qui”. Di qui la sua richiesta, formulata a don Luigi “amico del ministro Maroni” di accompagnarlo al Viminale per sollecitare quella istanza.

Poi l’intervento di Angelo Ferraro, presidente della locale società di calcio, che tanto successo e adesioni sta registrando nella cittadina casalese, per rinnovare una sua proposta ormai ricorrente: “I beni tolti alla camorra tornino ai cittadini, in termini di opere e di servizi”; e per auspicare che il comune casalese possa ricevere i fondi destinati all’iniziativa di “Io Gioco LeGale”. Nell’occasione, i bambini della locale squadra di calcio hanno donato alle autorità presenti le medaglie ricordo delle recenti manifestazioni internazionali e nazionali a cui hanno partecipato.

Così è terminato il dibattito ma non le emozioni. Un gruppo di musicisti – tutti ex detenuti di Nisida, guidati da Pino De Maio – hanno regalato al pubblico presente saggi di musica e di arte, e parole di enorme significato sociale e pedagogico.

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